Tanto sesso senza perifrasi ma con velleità stilistiche

Battaglia nel cielo è stato presentato al Festival di Cannes. Mah! La storia, in stile finto realista, inizia con una fellatio esplicita e termina con un’altra, che assurge a simbolo purificatore. Vi si racconta di un uomo di mezza età, Marcos (Marcos Hernandez), autista di un generale dell’esercito messicano, innamorato di Ana (Anapola Mushkadiz), figlia del suddetto ufficiale, che per puro diletto si prostituisce in un lupanare di Città del Messico. L’attrice che interpreta il ruolo della moglie di Marcos (Berta Ruiz), è di certo la donna più brutta mai apparsa sullo schermo eppure ha il vezzo di mostrarsi nuda appena si fa sesso. Siamo nei paraggi del melodramma, criptato da ambizioni stilistiche e metaforiche. Il film mostra la capitale messicana per quello che è, un’immensa megalopoli fatiscente priva di ogni ordinamento. Siamo nei bassifondi di tutto. Ciò che è davvero singolare è comunque il titolo, La battaglia nel cielo.

Il giovane regista Carlos Reygadas, interrogato sul suo significato ha spudoratamente affermato «che ci sono tante interpretazioni quanti sono gli spettatori». Pochissimi.
BATTAGLIA NEL CIELO (Messico, 2004) di Carlos Reygadas con Marcos Hernandez, Anapola Mushkadiz. 95 minuti

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