Ci voleva un naufragio per far incontrare Jovanotti con se stesso. Se bastassero i primi fotogrammi di questo Tanto3 girato da Ambrogio Lo Giudice, dellantico Jovanotti rimarrebbero solo le Clark, peraltro molto più adatte agli ombrelloni di Capalbio che ai dialoghi intimi. Invece cè anche lironia, ormai venata di matura disillusione. Sulla spiaggia, il piccolo naufrago Lorenzo Cherubini si incontra con quello enorme, che invece è pieno di certezze e arroganza, in un gioco che ricorda anche nei luoghi i paradossi di Swift (che qui però sono interiorizzati). Quindi quando il gigante chiede al nano «Hai uno scopo?», la risposta è «Credo» e alla domanda «che cosa cerchi?» si sente dire «Loro». Gulliver (il Jovanotti che conoscevamo) parla con i suoi lillipuziani, cioè il Jovanotti di oggi. Che patisce, risponde come un bambino, fugge inseguito da un assolo di chitarra, poi finalmente si gira e chiede al gigante: «E tu come stai?». Questa domanda, orgogliosa e relativista, è lanello che gli mancava e non importa la risposta (il gigante rimane fulminato).
Dopo gli slogan rap, il terzomondismo politicante, la crisi individuale, Jovanotti si è liberato dai luoghi comuni, è terra aperta alla conoscenza, spiaggia sulla quale il mare può finalmente allungarsi quanto vuole.JOVANOTTI - Tanto 3 (Universal)
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