Cronache

Una tappa Genova-Nizza nel nome di Garibaldi

Una tappa Genova-Nizza nel nome di Garibaldi

(...) «Italia, Italia» di Mino Reitano e l'Inno di Mameli a scaldare gli animi che il Giro del Centenario ha i suoi brividi. Con Franco Bonanini, presidente Parco Nazionale delle Cinque Terre, ad agguantare il filo conduttore d'un Giro che è sport, territorio e tradizione. Con l'orgoglio di avere in gara Lance Armstrong, a tre anni dal ritiro annunciato dopo il suo settimo trionfo consecutivo al Tour de France: «Sostegno nelle cure oncologiche - ricorda Bonanini - e conferma dello storico legame tra Usa e Cinque Terre». Non a caso il collegamento in differita con Edward Nixon, fratello dell'ex Presidente, a ribadire la passione degli americani che tifano Armstrong e stravedono per il Parco.
Tocca ad Angelo Zomegnan, direttore Ciclismo di Rcs Sport, raccontarla tutta questa sfida: «Siete sempre di più e sempre più giovani - butta lì il direttore - che il nostro sforzo è abbassare l'età media di chi segue il Giro. Non stupitevi se dentro ci saranno anche radio border line come 105 e il suo Zoo».
Sua maestà il Giro che sdogana la comunicazione e allarga il target per svecchiare il clichè. Ed è così che parla anche agli studenti (4000 classi) con il «Bici-scuola», «che ci porterà nelle scuole di tutte le città di partenza e arrivo di tappa, per spiegare ai ragazzi come fare sport senza prendere la scorciatoia». Poi la tappa: «Tre anni fa siamo arrivati al Tenda - incalza Zomegnan - poi sul Plan de Corones. Adesso ci crogioliamo in questa cronometro disegnata interamente in Liguria. Sfida delicata: stiamo pensando di suddividerla in quattro manches con parte finale da consacrare alla tivù. Saremo alla dodicesima tappa e qui quel giorno il Giro d'Italia dividerà gli uomini dalle femmine».
Magnifica sintesi del po' po' di roba su cui dovranno arrancare i girini, «Sastre, Armstrong, Basso e gli altri atleti che fanno grande il ciclismo all'insegna dell'eticità. Ogni tappa sarà una classica dopo un'altra classica». Poi l'annuncio: «Dovrebbe esserci anche Fabian Cancellara, campione olimpico della cronometro» e la novità: «Stiamo studiando una chiavetta da inserire nei telai dei corridori che rileverà l'impatto ambientale del Giro su quei territori che fanno dell'ecologia una bandiera, così da attrezzarci in futuro con mezzi idonei». Piena adesione e collaborazione confermata da prefetto e presidente della Provincia della Spezia. Mentre il presidente della Regione Claudio Burlando riannoda quel rapporto stretto tra Giro e Liguria: «Nel 2010-2011 compiono 150 anni l'impresa di Garibaldi e l'unità d'Italia, due eventi di euroregione. Vorremmo, e ne ho gia parlato con il direttore del Tour, che Giro e Tour, in questi due anni, prevedessero un omaggio a tali vicende storiche, e Genova e Nizza diventano tappe obbligatorie». Un’idea accolta favorevolmente dal patron del Giro Zomegna. C'è Andrea, il figlio di Bartali, a raccontare l'unica svirgolata del Tour nel '48 a Sanremo, con Togliatti, reduce dall'attentato, che chiese a Gino di vincerlo: «Papà non promise nulla, ma la tappa di Parigi la conquistò lui».
Il cuore di allora, la passione che scalda gli animi in sella e ai bordi della strada oggi. Nel pubblico anche il senatore Luigi Grillo, 30 anni di Cinque Terre e una passione condivisa: «Ero amico di Bruno Raschi e ricordo la cronometro Lerici-Portovenere di qualche anno fa. Riuscì perché la Marina Militare mise a disposizione la portaerei Garibaldi per l'arrivo. Ma quella tappa nacque durante una cena a Monterosso: a Raschi piaceva il pesce, lo convincemmo e trovammo gli sponsor». Mica finita che il senatore ha strappato la promessa a Sergio Zavoli, invitato per il 21, di garantire particolare attenzione da parte della Rai all'appuntamento spezzino. Ancora applausi. È quel mondo intrecciato del Giro che è appartenenza, orgoglio, sudore. Che tutto può in sella a suon di garretti. Che annulla le gerarchie e dà di gomito. Ci sta il riconoscimento a Renzo Fontona, corridore di Riccò del Golfo, settimo al Tour del France nel '63 e in fuga al Giro d'Italia. Ci stanno le maglie appese: la ciclamino di Petacchi, la rosa di Battistini e di Podenzana. Giusto per toccarne un pezzetto di vita. Con Davide Cassani al telefono da Donoratico che ripiomba in tappa: «Cronometro lunga, meglio commentarla che farla-ironizza-Difficile da gestire e determinante per la classifica.

Qui ci si gioca una bella fetta del Giro».

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