Domani si riunirà il Tar del Piemonte per esaminare i ricorsi che l’ex governatrice Mercedes Bresso ha presentato contro la mia elezione. Mi sento tranquillo. Il motivo di questo stato d'animo non è dettato da supponenza o da una qualche particolare conoscenza dei meccanismi della giustizia amministrativa, ma dalla consapevolezza che il rispetto della sovranità popolare di milioni di persone è un valore così enorme che in democrazia non può non essere tutelato, altrimenti il sistema crollerebbe. Questi ricorsi nascono dal fatto che la vecchia presidente della Regione non riesce a farsi ragione della sconfitta, soprattutto del fatto che è stata battuta nella scelta che la gente ha fatto sulla figura del Presidente della Regione. I ricorsi, che si sono sviluppati in un clima di incredulità e di strumentalizzazione mediatica, sono stati in un primo tempo presentati e puoi ritirati dalla Bresso, che in cambio ha chiesto ed ottenuto un posto in Europa, contando sulla nostra buona fede e sulla nostra volontà di una pacificazione politica. Poi però, una volta ottenuto il posto, come i soliti politici della Prima Repubblica, ha cambiato idea. Nel nostro caso non è in discussione il risultato delle elezioni, quello è chiaro, la gente ha scelto Cota e non Bresso, liberamente e chiaramente. Si discute del contrario, di come annullare un voto regolarmente espresso. Già, perché si discute della regolarità dell’accettazione di candidature di una lista minore collegata, cioè cavilli che riguardano persone che al massimo hanno preso 10 preferenze per il Consiglio regionale. Le liste, per la verità, vengono giudicate dal Tribunale prima delle elezioni. Come è noto, per i casi di Lombardia e Lazio, se c’è qualcosa che non va vengono escluse. Per il caso Piemonte a tempo debito nessuno ha detto niente. Adesso ci provano perché hanno perso le elezioni. Ad ogni modo c’è una cosa che risulta impossibile mettere in dubbio: il Presidente della Regione viene eletto direttamente ed indipendentemente dalle liste con un doppio voto. Il caso Piemonte è poi emblematico perché le liste collegate alla Bresso hanno vinto, ma come Presidente è stato scelto il sottoscritto. Stiamo parlando di un gigantesco polverone sollevato per creare caos in un momento in cui il Piemonte ha bisogno di stabilità e di buon governo nell'interesse della gente.
Che è quello che stiamo realizzando e che dà fastidio alla sinistra dei salotti, la stessa che pur di inseguire i fantasmi sarebbe pronta a far spendere ai piemontesi altri 20 milioni di euro per rifare elezioni appena fatte.*presidente della
Regione Piemonte
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