Targhe alterne

Riceviamo via email: «Ma se sulle lapidi ci va scritto quello che dicono le sentenze (non mi interessa di Pinelli) sulla lapide milanese che Lei voleva per Craxi che cosa bisognava scrivere? Invece della solita risposta preconfezionata, vediamo se avete le palle per scrivere qualcosa di serio. Grazie». Rispondiamo seriosamente: «Egregio L.S., non sia lapidario: cominciamo col sottolineare che la targa craxiana alla fine non l’hanno fatta e che la lapide di Craxi, forse non a caso, è in terra straniera. In virtù di tale diniego, in secondo luogo, nessuno si recò nottetempo a piazzare una targa abusiva come fecero per Giuseppe Pinelli, e nessuno, in qualsiasi caso, avrebbe preteso di scriverci qualcosa di provocatoriamente contrario alla verità giudiziaria come per esempio «Bettino Craxi, ucciso innocente dalla magistratura italiana». Ciò non toglie che sia esattamente quello che io penso, e forse non da solo: tuttavia la fedina penale di Craxi non sarà il fulcro delle ragioni per cui sarà ricordato perché rappresenta solo la parabola finale della sua vita.

Bettino Craxi fu uomo di Stato, e di Stato furono i funerali che gli furono penosamente offerti. Perdoni l’accostamento, ma sarebbe come se, sopra una targa dedicata a Montanelli, in virtù delle sue ultime scelte professionali, figurasse scritto «Indro Montanelli, progressista».

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