Cè chi dice no. Ancora adesso, a bocce ferme. Laccordo per laumento delle tariffe fisse dei taxi, da Milano a Malpensa, è stato firmato. Ma loro, che hanno lasciato il tavolo delle trattative poco prima della «quadra del cerchio», continuano a ribadire: «Le tariffe predeterminate sono dannose, anche per noi tassisti». Il grido dallarme viene lanciato da Antonio De Candia, segretario regionale del sindacato Ugl taxi, e da Salvatore Falco, presidente dellassociazione Tassisti milanesi. Far pagare 85 euro per arrivare fino allaeroporto, secondo lala degli «irriducibili» non è una scelta giusta. «Le tariffe fisse - sostiene De Candia - sono discriminatorie perché favoriscono solo chi abita nelle zone sud ed est di Milano, i quali pagano circa dieci euro in meno rispetto al tassametro».
Da qui la controproposta: «Estendere le agevolazioni allutenza diretta in tutte le destinazioni extraurbane, diminuendo le tariffe a tassametro con sconti del 12 per cento, in cambio dellabolizione di tutte le tariffe fisse e del reintegro in tariffa delle corse brevi urbane». Vale a dire: diminuire le corse lunghe troppo costose per incrementare le corse brevi urbane, «attualmente snobbate dai tassisti in quanto fortemente penalizzanti».
Ad accordo chiuso, la battaglia dellUgl e dellassociazione tassisti è persa. «Ma non ci arrendiamo» incalzano i sindacalisti che sperano, da qui allExpo 2015, di avere il sostegno anche degli altri colleghi. Di quelli cioè che hanno firmato lintesa, addirittura spuntando cinque euro in più sulla tariffa fissa, concessi, a malincuore, dal Pirellone.
Quelli che non hanno firmato si sono detti contrari anche ad altre scelte. Innanzitutto allutilizzo del sistema Gps per individuare la collocazione del taxi. «É una sorta di braccialetto elettronico per i detenuti» protestano.
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