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Taroccano il concorso Ferrero per vincere cellulari e zaineti, in 39 a giudizio

La casa di merendine lanciò un concorso abbinato a prodotti, come «Kinder Bueno» e «Duplo» assegnando piccoli premi. Nonostante il modesto valore degli oggetti in palio, decine di persone con il solvente cancellarono il «Non» da «Non hai vinto» per poi pretendere la vincita. Finendo poi denunciati per truffa

Come sempre in questi casi, vige il principio della riservatezza, quindi non sappiamo se ci sia anche Qui, Quo, Qua o Pippo, Palla e Pertica tra i 39 accusati di aver taroccato nientemeno il concorso delle merendine della Ferrero. Il tutto per ottenere premi tipo cellullari, ricariche telefoniche, occhiali e zainetti. L'altra mattina infatti si era aperto il processo ad Alba, subito rinviato all'8 novembre per vizi procedurali relativi ad alcune notifiche.
Questi maghi del crimine avrebbero alterato il tagliando riportato sull'involucro di confezioni di alcune snack delle Ferrero abbinati ai concorsi «Phone & Fun» e «Vinci Eke e premi Asics». Utilizzando un solvente avrebbero cancellato il «Non» dalla dicitura «Non hai vinto». Quindi avrebbero spedito i tagliandi alterati alla casella postale indicata, unitamente ai propri dati anagrafici, con la richiesta di ricevere il premio. Come dire non solo facciamo una bella truffa ma sotto ci mettiamo i nostri veri recapiti.
Si poteva partecipare al concorso «Phone & Fun» dal 15 Gennaio 2005 al 31 Maggio 2005, acquistando un prodotto tra «Kinder cereali», «Duplo», «Kinder Bueno», «Happy Hippo», «Tronky», «Kinder Maxi». In palio una serie di telefoni con 10 euro, Iva compresa si badi bene, e centinaia di Mms. Sempre nello stesso periodo si poteva invece tentare la sorte con «Vinci Eke e Premi Asics», in palio tra chi acquistava prodotti come «Duplo», «Bueno», «Tronky», «Kinder cereali» e le confezioni multiple delle barrette «Kinder Maxi», 20 quadricicli Eke (edizione limitata con interni Asics), occhiali e sacche/zaini Asics.
Premi che non cambiano certo la vita ma che hanno attratto 58 persone, tutte nel periodo dicembre 2004-luglio 2005, da Sicilia, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Calabria, Puglia. Che non solo hanno tentato la truffa ma in 39, dopo la contestazione della Ferrero, hanno continuato a insistere per ottenere. Da qui la querela e le indagini con la richiesta di una perizia richiesta dal Tribunale, con la conferma della falsificazione dei tagliandi.

Buon per loro che la stupidità non è reato, o rischierebbero l'ergastolo.

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