Lordinanza al decoro la fanno rispettare solo ai tassisti. Per la città ci sono mendicanti, lavavetri e campeggi abusivi di nomadi che bivaccano addirittura nei giardini pubblici. Per loro né contravvenzione, tantomeno lallontanamento forzato. Per chi invece, con lafa e le giornate di calore di questi giorni, decide di lavorare in bermuda fioccano le multe della polizia municipale: fanno 77 euro a controllo e in circa dieci giorni ne sarebbero state comminate almeno una quarantina.
La pattuglia dei vigili urbani che monitora il servizio taxi a Genova è diventata inflessibile e sta controllando a tappeto che i tassisti genovesi siano i più eleganti dItalia, che i loro pantaloni siano lunghi fin sotto le caviglie, magari anche ben abbottonati ed abbinati alla camicia giusta. Labbigliamento degli autisti sembra diventata la vera emergenza della città, quella per la quale si devono pretendere controlli rigorosi e scrupolosi. «Ci stanano ovunque, in aeroporto come in piazza della Vittoria - raccontano -. Alcuni di noi indossano normali bermuda e sul regolamento è scritto che ad essere vietato è il pantaloncino corto: ma tra pantalone corto e bermuda cè differenza».
Differenza sostanziale e formale come sulla cifra della contravvenzione che sul regolamento stesso non è indicata, «vorremmo anche capire il perché ci venga chiesta una multa così elevata, visto che dal regolamento si parla di divieti senza fare riferimenti a multe onerose».
Task force della municipale contro i tassisti in bermuda
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