Il pasticcio delle pensioni non ci voleva. L’idea di scorporare militare e università dal calcolo, si è scoperto ieri, avrebbe creato più problemi che vantaggi. A irritarsi di più, dopo i seicentomila italiani che sarebbero rimasti coinvolti, è stato Berlusconi che si era fidato dei ministri Sacconi, Tremonti e Calderoli. Si può fare senza drammi, avevano assicurato i tre, offrendo garanzie tecniche e politiche che in realtà non esistevano.
Così ieri mattina il premier ha ritirato il provvedimento. Non è aria, ci manca solo di rinsaldare, sull’onda della protesta, fondata o no che sia, Cisl e Uil con la Cgil. L’età pensionabile, per ora e purtroppo, resta un tabù inviolabile e i due miliardi di euro che avrebbe fruttato toccarla vanno cercati altrove. Già, ma dove? Nonostante il bailamme mediatico il governo sembra sicuro di raggiungere l’obiettivo della copertura finanziaria. Di riserva c’è pronto l’innalzamento di un punto dell’Iva, di più (tipo ripristino del contributo di solidarietà) Berlusconi non è disposto a concedere al partito dei tassatori facili.
Ma prima di arrendersi al balzello sui consumi si stanno cercando altre strade, prima fra tutte quella di intensificare la lotta all’evasione. A ore i vertici dell’Agenzia delle entrate, chiamata al capezzale dei conti pubblici, dovrebbero dare un valore concreto al maggior gettito previsto dalla lotta ai furbi, fornendo anche indicazioni per mettere in campo nuovi strumenti di dissuasione, anche pesanti come è giusto che sia. Sia pure a zig zag, quindi, la navigazione continua. Con la tempesta che è in corso non è facile tenere la barra diritta. Sia pure in una situazione non piacevole, l’importante è avere chiaro e tenere in vista l’approdo. E tra le tante ipotesi messe sul tappeto in questi giorni, quello scelto dalla maggioranza resta ancora il più sicuro. Soprattutto per chi in questo Paese sgobba e non ha nulla da nascondere. I mercati finanziari stanno alla finestra, ma non hanno tolto la fiducia. A differenza dell’opposizione, che ancora una volta sta andando oltre il suo legittimo ruolo.
Fare i catastrofisti e i disfattisti, compiacersi con malcelato gusto delle difficoltà non li aiuterà a far cadere il governo né a vincere le prossime elezioni. Semmai rischia di riaccendere il fuoco della speculazione internazionale che a fatica avevamo appena spento grazie anche all’aiuto della Banca centrale europea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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