Le tasse del Professore fanno arricchire i nostri vicini

RomaLa raffica di nuove tasse contenute nel decreto salva-Italia, l’aumento dell’Iva, la pioggia di accise caduta sui carburanti. Una terapia shock per fare cassa presto e subito che fa piangere gli italiani ma accende sorrisi nei Paesi a noi vicini. Chi più, chi meno, Svizzera, Slovenia, Croazia, Albania e perfino Francia stanno raccogliendo sensibili benefici dal tentativo dei consumatori italiani di sfuggire alla mannaia dei rincari.
Il caso più classico è quello del pieno di benzina in Canton Ticino. Qui un litro di verde si aggira intorno a 1,7 franchi, circa 1,45 euro al litro, mentre il diesel che in Svizzera costa da sempre di più sfiora gli 1,8 franchi, circa 1,54 euro al litro (negli ultimi giorni però ci sono stati rincari). Questo vuol dire che su un auto di grandi dimensioni con un serbatoio da 100 litri il risparmio sul pieno è attorno 20 euro, 15 euro per cilindrate inferiori. Le code dei pendolari dal Comasco e dal Varesotto stanno oramai facendo scattare l’allarme, tant’è che Roberto Formigoni ha chiesto un intervento del governo. «Dobbiamo cercare di bloccare l’esodo oltreconfine che sta mettendo in ginocchio gli esercenti e creando danni alle casse statali» dice il governatore lombardo. D’altra parte secondo uno studio sembra che il 10% della benzina venduta in Svizzera sia acquistata da automobilisti stranieri, in larga parte italiani. Mentre più in generale, nella fascia di confine, secondo uno studio dei benzinai di Confcommercio, in un anno lo Stato perderà 243 milioni di euro tra accise e Iva non incassate.
Il fenomeno dei transfrontalieri della benzina, non riguarda, però, la sola Svizzera. Sono sempre di più i liguri che guardano a Ovest per risparmiare qualche euro sul prezzo del carburante. Nella Liguria di Ponente si espatria nella vicina Francia con risparmi che raggiungono i 20 centesimi al litro. Stesso discorso anche in Trentino. Con il nuovo aumento dei carburanti, la concorrenza con l’Austria (dove si compra benzina a 1,3-1,4 euro) si è trasformata in un massacro. Soprattutto per l’Alto Adige, che essendo a un passo dal Tirolo sconta duramente la differenza di prezzi. Ovviamente nulla cambia se ci si sposta a Est verso la Slovenia, dove si può facilmente allargare il campo anche ad altri prodotti tra cui, ricercatissime, le sigarette. Scrive un blogger triestino: «Sono tornato ora dalla Slovenia insieme a un numero impressionante di connazionali. Ebbene: gasolio a 1,26 (40 centesimi di meno); pane a 1,39 al Kg; latte a 0,53; carne per le fiorentine a 7,60/Kg; verdura a prezzi sbalorditivi. D’ora in poi gasolio e spesa solo oltre confine. Gli sloveni penso faranno un altare a Monti che ha convinto un numero enorme di italiani a versare le accise sui carburanti, l’Iva e tutto il resto agli sloveni invece che agli italiani». Anche perché la platea dei frequentatori dello shopping in Slovenia si sta allargando non solo a chi si trova a ridosso del confine attirando sempre più consumatori nostrani. In altri settori fanno buoni affari anche Croazia e Albania.
Le barche italiane, nel mirino della manovra Monti, cercano, infatti, nuove rotte. Dalla darsena di Rimini ha già preso il largo circa il 15% dei natanti, in testa quelli superiori ai 20 metri e quelli targati San Marino.

La destinazione preferita è la Croazia, ma molto gettonato è anche il porto albanese di Orikum, che ha una marina costruita da italiani. Lo shopping oltreconfine, insomma, diventa sempre più multiforme. E accende la preoccupazione di chi, commercianti in testa, vive questo fenomeno sulla propria pelle e sulle proprie tasche.

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