Il tassista dichiara guerra ai signori dell’oro nero

Un autista marchigiano fa causa alla Tamoil perchè rivuole i soldi spesi per il gasolio: i prezzi non sono scesi quanto quelli del greggio

Mille euro. Mille euro di caro-gasolio che ora il conducente di un’auto a noleggio rivuole indietro. Il prezzo del petrolio nei mesi scorsi è sceso, ma il pieno no. Resta sempre inchiodato in alto, ai valori massimi raggiunti dall’oro nero, e non ne vuol sapere di andare giù. Così ora dalla provincia profonda, da San Severino Marche, ecco la dichiarazione di guerra del proprietario di una Citroen che nella zona tutti conoscono. Fabrizio Della Mora è un autista molto noto a San Severino. Oggi cambia pelle e si veste da Davide contro il Golia delle multinazionali petrolifere. In questo caso un colosso come Tamoil. Della Mora, dall’inizio dell’anno ha fatto cento volte il pieno e cento volte si è incavolato perché il prezzo al litro del carburante non scendeva. Possibile? Dopo mesi di attesa, Della Mora ha deciso di mettere mano alla fionda: nel suo caso il giudice di pace di San Severino Marche, in provincia di Macerata. La causa civile inizia oggi: in ballo c’è una richiesta di mille euro. Cifra che si ottiene calcolando dieci euro di danno al colpo per cento volte. «Dal 2 gennaio 2010 - scrive nel ricorso l’avvocato Giampaolo Cicconi - il prezzo del gasolio non è calato e ciò malgrado il costo del greggio si sia ridotto sensibilmente negli ultimi tre mesi».
Della Mora si aspettava una discesa alla pompa nell’ordine del 20 per cento, mentre al massimo c’è stato un modestissimo ritocco all’ingiù del 2-3 per cento. Briciole. Insomma, Della Mora, come del resto molti italiani, è deluso e ritiene che la Tamoil «abbia speculato non provvedendo ad adeguare il prezzo del gasolio alla pompa nel periodo che va dal 2 gennaio al 30 aprile».
La forbice sarebbe scandalosa: il prezzo del barile è calato fino a raggiungere la soglia degli 80 dollari, ma il consumatore paga sempre troppo per un litro di carburante. Della Mora si sarebbe aspettato, in proporzione, meno di 1 euro e 10 centesimi al litro. Ma questi numeri sono rimasto nel libro dei sogni. Oggi il prezzo è sopra l’euro e venti centesimi.
Così, Della Mora gioca la carta del giudice di pace. La causa dovrebbe essere veloce, velocissima, con la sentenza nel giro di pochi mesi. Anche se la coperta dei giudici non togati è troppo corta: dovrebbero essere sei in un fazzoletto di terra, corrispondente al circondario del tribunale di Camerino. La carta prevede quattro giudici a Camerino, due a San Severino. In realtà la pattuglia è ridotta ad un solista, Alberto Casadidio, che deve fare tutto. E si occuperà quindi anche del costo della benzina. Della Mora chiede mille euro, ma non solo. Già che c’è dà anche un suggerimento al giudice di pace: «Proprio per lottare contro le speculazioni del settore, il giudice ordini al governo verifiche e sanzioni che colpiscano la Tamoil che non si è uniformata al prezzo e ha contravvenuto alle regole».
Una causa di pochi euro. Ma anche la classica palla di neve che potrebbe mettere in moto una valanga. «Noi siamo convinti delle nostre ragioni - spiega Cicconi al Giornale - non c’è una giustificazione plausibile per la mancata discesa dei prezzi del carburante. E sappiamo benissimo che una nostra eventuale vittoria provocherebbe una marea inarrestabile di ricorsi contro le case petrolifere».
Oggi la prima udienza.

L’obiettivo è di chiudere la partita entro pochi mesi. Incrociando le dita, perché anche la giustizia non togata rischia di andare avanti adagio. Troppo adagio. E Della Mora ogni volta che fa il pieno aggiorna la tabella della sua guerra personale ai signori del petrolio.

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