Tassisti in assemblea, odissea a Fiumicino

Stefania Scarpa

È stata una giornata da incubo all’aeroporto di Fiumicino per chi contava, appena atterrato, di prendere un taxi che lo portasse in città. Già prima delle 9 di ieri mattina il servizio taxi davanti ai terminal del Leonardo da Vinci si è di fatto interrotto per alcune ore. Non uno sciopero, tengono a chiarire i sindacati di categoria, ma «delle assemblee per spiegare ai tassisti cosa cambia con questo decreto e in cosa consiste la legge presentata dal governo», come spiegavano Franco Pontecorvi, presidente nazionale di Casartigiani, e Loreno Bittarelli, presidente dell’Unione dei radiotaxi d’Italia. E in serata comitati spontanei hanno deciso l’agitazione permanente in vista dell’assemblea di domani al Circo Massimo alla quale parteciperanno da tutta Italia. Oggi sarà avviato un volantinaggio nel quale i tassisti spiegheranno le loro ragioni all’utenza. Un’iniziativa non appoggiata dai sindacati di categoria.
Ma torniamo alla protesta si Fiumicino, che ha creato parecchia confusione nello scalo romano, penalizzando migliaia di passeggeri italiani e stranieri. Che all’uscita dallo scalo hanno trovato ad attenderli una brutta notizia: niente auto bianche, neanche a pagarla oro. È iniziata così una disperata ricerca di un mezzo alternativo: gli autobus Cotral e i treni sono stati presi d’assalto, così come le agenzie di vetture a noleggio. Ma a molti il ritardo ha creato un grave disagio, come ai tanti uomini d’affari giunti da Milano a cui sono saltati importanti impegni di lavoro.
Poi attorno alle 11 sono finite le assemblee ma non la protesta. E di conseguenza i disagi. Innanzitutto molti tassisti hanno continuato di fatto ad astenersi dal lavoro. Mentre circa duecento di loro si sono incolonnati sull’autostrada per Roma, percorrendola a circa 30 chilometri all’ora, con gravi ripercussioni sul traffico dell’arteria.
E i passeggeri? Pochi l’hanno presa con filosofia. E se qualcuno, come una ragazza proveniente da Torino, arriva anche a «giustificare» la reazione dei tassisti («Difendono il loro lavoro»), molti altri si innervosiscono: «Ho un appuntamento importante a Roma - spiega una professionista proveniente da Milano - e questo contrattempo mi costringerà a saltare gli impegni, tanto che penso di riprendere l’aereo e tornarmene a casa». E c’è anche chi, come un professionista giunto da Torino, grida alla «vergogna, anche per l’immagine che ne ricava lo straniero che viene in vacanza nel nostro paese ed è costretto a iniziare il soggiorno portando i bagagli fino alla stazione ferroviaria. Mi arrangerò con il treno, sperando di fare in tempo a rispettare gli impegni in programma».
E nel pomeriggio la situazione è migliorata solo fino a un certo punto. Molte postazioni di auto bianche sono rimaste vuote e pochissimi fortunati sono riusciti a salire su un taxi. Ancora volti sorpresi e smarriti tra i passeggeri, in larga parte stranieri, ignari del motivo del disservizio. Pattuglie della polizia hanno presidiato le aree di accosto dei taxi per evitare che la tensione potesse degenerare in qualche spiacevole episodio: non sono mancati momenti di discussione tra alcuni tassisti e quelli che giungevano con clienti prelevati a Roma.

Quattrocento tassisti hanno fatto anche un «park-in», fermandosi nel parcheggio di lunga sosta dell’area aeroportuale di Fiumicino. E come se non bastasse, disagi anche per alcuni collegamenti nazionali di Air One partiti con pesanti ritardi per congestione del traffico e ritardata assegnazione degli slot, come ha spiegato la compagnia.

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