Via la canotta, il calzoncino a mezzo polpaccio, la scarpa aperta e la ciabatta. Sì, invece, alla camicia, al pantalone lungo anche se d'estate, alla scarpa chiusa da ginnastica, da abito o al tradizionale mocassino. Il consiglio comunale ha approvato una mozione presentata dal consigliere Maurizio Berruti (Pdl) con cui si chiede a sindaco e giunta di adoperarsi per fare in modo che gli autisti dei taxi capitolini si adeguino ad un «abbigliamento consono alla logica della decenza». Ma a questo punto bisognerebbe aggiungere: chi li controlla?. «Non dimentichiamoci - dice Berruti - che il taxi è un servizio pubblico. Non a caso sugli sportelli delle auto bianche è affisso il simbolo del Comune di Roma. Il taxi è un servizio della collettività e un biglietto da visita per i turisti: non possiamo permettere che gli stranieri in visita a Roma siano accompagnati da tassisti con la canotta dalla quale spunta il petto villoso».
E al nuovo regolamento si adegua subito il 35-70, la cooperativa più numerosa. Il consiglio di amministrazione della Cooperativa ha approvato una delibera che introduce l'obbligo di rispettare il divieto di fumo all'interno dell'abitacolo del taxi e «di indossare abbigliamento e calzature consoni al ruolo di servizio per il trasporto pubblico che il tassista svolge, idonei a trasmettere agli altri soci e ai clienti l'immagine di serietà e decoro della Cooperativa». Per il mancato rispetto del divieto di fumo, le violazioni saranno dall'ammonizione alla sospensione del servizio radio taxi da un minimo di 1 giorno ad un massimo di 3 giorni; per il mancato rispetto del look si va dall'ammonizione alla sospensione da un minimo di 3 giorni ad un massimo di 10». «Questa delibera - dice il presidente di 3570 Loreno Bittarelli- è in linea con l'impegno garantito quotidianamente dai tassisti della nostra sigla per offrire sempre più un servizio di alto profilo, che si distingue da una parte per le soluzioni innovative adottate, come la possibilità di prenotare ed acquistare, una corsa tramite internet o semplicemente con un SMS (al numero 366 673 0000), e dall'altra per la voglia di ognuno di noi di fare una rivoluzione positiva a beneficio dell'intera categoria».
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