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Taxi a doppia tariffa, la trappola è servita

Roberto Filibeck

La bizzarra vicenda della doppia tariffa fissa dei taxi all’aeroporto di Fiumicino (40 euro quella richiesta dai tassisti romani, 60 euro in vigore da ieri per i taxi del comune di Fiumicino), non è sfuggita ai cronisti televisivi (Iene e Striscia in primis) che ieri hanno fatto un blitz nello scalo romano proprio per documentare l’assurda vicenda. Probabilmente - in tanti ieri commentavano così la questione - si tratta di un caso unico in Italia, quello riguardante la differenziazione delle tariffe dei taxi.
I conducenti di taxi romani, infatti, come previsto dal protocollo d’intesa ratificato in Prefettura tra i due Comuni, da domenica scorsa applicano la tariffa unica (40 euro da Fiumicino, 30 da Ciampino), per trasportare i clienti dagli aeroporti fino a Roma mentre i 38 loro colleghi con licenza rilasciata dal Comune di Fiumicino, non essendo stato mai trovato un accordo col Campidoglio, da ieri per compiere lo stesso tragitto si fanno pagare 60 euro. Una maggiorazione «giustificata» dal fatto che al loro ritorno non potrebbero accettare clienti essendo fuori dal territorio di appartenenza Difficile però spiegare all’utenza questa italica incongruenza. Soprattutto ai turisti stranieri che ieri di fronte al fatto apparivano esterrefatti. All’origine di questa bagarre c’è la guerra senza sosta, in materia di taxi e del fenomeno dell’abusivismo, che da settimane si stanno facendo i due comuni di Roma e Fiumicino. «Siamo stati costretti a decidere la tariffa in questo modo - ha riferito da parte sua il Sindaco di Fiumicino, Mario Canapini - per l’indisponibilità dell’amministrazione comunale di Roma, a ricercare un accordo su una tariffa condivisa, nonostante fosse stato previsto da un protocollo d’intesa, sottoscritto nel marzo scorso dai due sindaci ed un tentativo di mediazione senza esito operato in queste ultime settimane dal prefetto Serra. Siamo coscienti del disagio che provocherà l’applicazione di una doppia tariffa - prosegue il sindaco Canapini, riferendosi al fatto che in base all’accordo raggiunto tra Comune di Roma e tassisti, la tariffa predeterminata da e per l’aeroporto di Fiumicino era di 40 euro. In particolare si tratta di un disagio per gli utenti che non potranno scegliere l’auto pubblica sulla quale salire, in quanto l’accosto ai moli d’imbarco dei taxi è obbligato in un’unica fila da un’ordinanza del direttore aeroportuale». E infatti da ieri nello scalo romano regna la totale confusione, malgrado i tassisti di loro iniziativa abbiano affisso sui muori appena fuori dalle hall dedicate agli Arrivi, dei cartelli bilingue con i quali informano i turisti della doppia tariffa. Il malumore tra i passeggeri in attesa di salire su un taxi era unanime. «Tutto questo è assurdo - si sfogava un passeggero appena sceso dall’aereo proveniente da Milano - ma come si può pretendere che noi utenti accettiamo una cosa del genere? E sulla base di quale parametro, quello della fortuna? Perché se si è fortunati si incappa sul taxi a 40 euro altrimenti su quello guidato dal tassista di Fiumicino che invece ne pretende venti euro di più; credo che debba intervenire qualche autorità, le associazioni dei consumatori perché così davvero non va».
Per il consigliere regionale Donato Robilotta, anch’esso intervenuto sulla questione «è indecente che la categoria dei tassisti romani abbia detto no alla richiesta dei 38 tassisti di Fiumicino di prelevare il cliente anche a Roma nel viaggio di ritorno - sostiene - cosa che ha portato alla doppia tariffa di 40 e 60 euro, che costituirà un oggettivo danno per i passeggeri.

La mia proposta di legge sui taxi - fa per aggiungere Robilotta - è pronta e la presenterò, dopo averla discussa con i rappresentanti delle associazioni dei consumatori, nei prossimi giorni con una conferenza stampa insieme al Presidente della commissione Attività produttive, Daniele Capezzone, che ne ha presentato una simile alla Camera».

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