Taxi lento, Schumi prende il volante e vola

Questione di affidabilità, come se il signor Tronchetti Provera scendesse dall’auto per cambiarsi personalmente un pneumatico, o il dottor Moratti facesse il pieno direttamente da una delle sue raffinerie. A Berlino Michael Schumacher ha messo dietro il taxista, troppo lento per i suoi gusti e per i suoi orari, e si è messo alla guida della monovolume per evitare di perdere l’aereo che doveva riportare a casa lui, moglie e figli.
Una sequenza da far invidia a Sean Connery, il taxi che si ferma in autostrada, lui che scende e s’incrocia con lo stupito proprietario del mezzo, ingrana la prima, fila verso l’aeroporto, blocca la monovolume e quasi al volo stipa l’intera famiglia sull’aeroplano, bagagli compresi.
Il viaggio un inferno, almeno per il malcapitato signor Tuncer Yilmaz proprietario del taxi. Lui Schumi lo aveva visto solo sul tv color, sicuro che non gli sarebbe mai capitato di finirci al fianco durante una performance: «Ha fatto dei sorpassi incredibili, andava a tutta velocità per la strada e prendeva le curve a grande velocità», ha detto appena ha potuto mettere nuovamente i piedi a terra.
Quando ha capito che il rischio di perdere l’aereo era elevato, l’ex campione del mondo non ha avuto esitazioni e onestamente al taxista non erano rimaste troppe alternative. D’altronde per Schumi l’importante era la prestazione e poi fare anche un buon tempo, quello utile per piazzarsi sull’aereo. Lo avevamo già visto nei panni dell’automobilista medio che guida una Seicento nel traffico cittadino e in quelli di un padroncino che consegna pacchi col suo furgone, ma quella del taxista è una trovata geniale, roba che i pubblicitari sono autorizzati a mordersi le dita.
Quando si è visto recapitare una lauta mancia per il noleggio della sua autovettura, il buon Tuncer Yilmaz non si è chiesto se sarebbe stato capace di fare altrettanto, ha intascato, salutato la famiglia jet e poi ha guardato la coda dei suoi colleghi tassisti in attesa di un cliente, e si è sentito speciale.


La portavoce di Schumi, la trentottenne Sabine Kehm, ha confermato tutto senza precisare se Schumi, una volta a bordo dell’aereo, si sia tranquillizzato o abbia iniziato a lanciare occhiate allusive anche in cabina di pilotaggio.

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