Taylor, ricordi e affari di famiglia Riti borghesi dell’America sudista

Memphis, città di vecchi amori. È un guaio, però, quando i vecchi si innamorano: se vedovi con proprietà e con figli di mezza età, minacciano di offrire a una lei gli averi destinati alla prole. È un rischio che sul centro del «profondo Sud» degli Stati Uniti grava col magnetismo di una calamità. Sarà perché la città del Tennessee raccoglie, più di altre, famiglie vecchio stile e vecchi proprietari terrieri: intenzionate le une a tenersi strette tradizioni (e eredità), determinati gli altri a valersi di un collaudato appeal per attrarre in vincolo matrimoniale avvenenti signorine in età.
Non è di Memphis però Phillip Carver, protagonista e voce del romanzo di Peter Taylor Ritorno a Memphis (Giano, pagg. 280, euro 16; traduzione di Elena Dal Pra). Viene da Nashville, città di musica «di scuole e di chiese». Città dell’«alto Sud» che lo spartiacque del Mississippi tiene abissalmente lontano dalle profondità di «battelli a vapore e sgranatrici di cotone, partite a carte e mondanità d’albergo», innamoramenti senili e gelosie filiali: dalla Memphis, insomma, dove in anni di Grande Depressione le disavventure finanziarie del babbo avvocato avevano costretto i Carver a trasferirsi. Da 20 anni Phillip vive a Manhattan: approdato sulla East Coast come un naufrago scampato al gorgo dei rapporti parentali. Tanto più ironicamente, perciò, osserva da lontano liaisons che da casa gli parevano aliene. Ma sciolto del tutto da certi legami il transfuga newyorchese non può tenersi a lungo se si allacciano in casa Carver per costringerlo a fare, appunto, Ritorno a Memphis.
Non deve vibrare nemmeno per un attimo la nota della nostalgia nel titolo del romanzo che Peter Taylor (1917-94) scrisse nel 1986 e gli valse un Pulitzer nell’87. A Memphis, città di vecchi amori, non si torna per amore ma per forza se il vecchio amante è il fascinoso (facoltoso) genitore. E se a impedire che si risposi sono le sue figliuole cinquantenni: due arzille e zitelle, funestate da una solitaria mezza età e tanto più funeste al romantico padre. Divertito, piuttosto che nostalgico, è il piglio con cui Taylor insegue le manovre precipitose delle due aspiranti ereditiere. Più lento, semmai, è il ritmo delle rievocazioni cui Phillip, il protagonista, ricevute le telefonate delle sorelle in allarme, si abbandona alla vigilia della partenza da New York, una domenica sera.

Ripensa all’intera saga familiare. A un lungo capitolo di storia d’America. A un’ampia fetta di geografia Usa che, paradosso di geometria, nel raggio dei 350 chilometri tra Memphis e Nashville, abbraccia due mondi diametralmente opposti.

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