Arriva nella vita il momento in cui prima o poi bisogna fare outing. Eccolo allora: io ho una moglie, due figli, incrociando le dita presto un terzo, conosco tanta gente compreso alcuni omosessuali e non ho paura a dire che li ritengo persone perfettamente normali a cui è un dovere dare dei diritti di coppia. Anche se però nello stesso tempo mi riesce difficile concepire la famiglia tradizionale come qualcosa di diverso dallunione tra uomo e donna, e anche questo mi sembra normalissimo.
Dimenticavo: domani sera tiferò Italia e anche in questo caso non mi sento in colpa, nonostante lex onorevole Franco Grillini dica che invece chi ha cuore i diritti civili dovrebbe trasformarsi in un ultrà della Spagna. Eppure probabilmente i diritti civili stanno nel cuore anche di Gennaro Gattuso detto Rino e se volessimo snocciolare le prove potremmo cominciare da qui fino a Natale. Ma questo sembra che da ieri non basti più, perchè il nostro Ringhio si è dimenticato una cosa importante: in Italia dire la verità non è più - quello sì - normale.
È successo insomma che - a domanda esplicita (ripetiamo: esplicita) su quella Spagna diventata ormai Paradiso radical chic - Rino abbia avuto lardire di rispondere che lui sulle nozze tra omosessuali non è daccordo: «Per me le nozze sono tra un uomo e una donna. Sì, io mi scandalizzo, perchè credo nella famiglia. E se credi nella famiglia e nella tua religione, non puoi essere daccordo. Poi, siamo nel 2008 e ognuno fa quello che vuole».
È grave? Forse, ma sono fatti personali di Rino Gattuso. Invece Grillini che si è scatenato in una reazione alla Ringhio, definendo «improvvide» le dichiarazione dellazzurro: «Trovo incomprensibile - ha detto - il motivo per cui i calciatori debbano mescolare lo sport con la politica, o, peggio ancora, come nel caso di Gattuso, la religione. Forse il caso di ricordargli che, insieme ad altri quattro giocatori, ha posato per Dolce e Gabbana, in una pubblicità piuttosto esplicita? Evidentemente pecunia non olet e non contraddice nè i valori della cosiddetta famiglia tradizionale». Dal che si evince che: 1) la famiglia tradizionale è cosiddetta; 2) che se uno lavora con, conosce o ha amici gay deve per forza approvare qualsiasi cosa; 3) che - soprattutto - essere credente diventa automaticamente «omofobia» da combattere.
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