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Team in rivolta: «Se ci sono rischi non corriamo»

Team in rivolta: «Se ci sono rischi non corriamo»

nostro inviato a Indianapolis

Prima la grande paura per il botto di Schumi jr, poi l’amara scoperta: tutta colpa delle gomme Michelin, quindi il grande imbarazzo di questa F1 d’America, che vorrebbe accattivarsi il pubblico e invece rischia di fare una sonora figura di «emme». Le squadre gommate dal costruttore francese, ancora nel tardo pomeriggio americano, erano riunite in conclave pneumatico per capire cosa fare: le più preoccupate, per la tenuta delle gomme, Toyota, McLaren e Red Bull. Più tranquille, Renault e Williams. Il direttore tecnico dei motori Toyota, l’ex Ferrari Luca Marmorini, parla chiaro: «La Michelin ce l’ha ripetuto, le gomme portate qui, dopo 20 giri diventano pericolose. Per questo, anche se siamo in pole con Jarno, se ci sarà il pur minimo dubbio sulla sicurezza, non correremo».
La Ferrari ha ribadito la propria posizione: «Basta che le squadre seguite dal costruttore transalpino facciano un passo indietro e rientreranno nei parametri di sicurezza. È successo anche a noi dopo le forature del Gp di Barcellona, è sufficiente andare più piano», è il senso del rosso pensiero. E poi noi non abbiamo fatto tutto questo baccano, cercando di aggirare un regolamento preciso, fanno capire. Anzi, aggiunge Barrichello: «E mi sembra che adesso stiano addirittura ingigantendo il problema... ci sono bravi vincitori e cattivi perdenti». Sul tema, Schumi non si sbilancia: «La sicurezza è una cosa importante, non mi va di commentare visto che per ora si è trattato solo di voci». Parla invece della qualifica: «Sono felice del quinto posto, anche perché siamo ancora cresciuti». Schumi è sereno, perché la Rossa pare abbia optato per una strategia meno garibaldina di quella messa in mostra in Canada. Insomma, il Cavallino sogna.
Incubi, invece, per i team gommati Michelin. Perché Trulli festeggia, ma ammette le paure in qualifica, perché Raikkonen è soddisfatto del secondo tempo, non si dice preoccupato per la corsa, intanto però, sia lui che il suo boss, Ron Dennis, ammettono di attendere «la decisione dei tecnici del team e della Michelin». Flavio Briatore, capo del team che ha più da perdere nel caso la Michelin lo consigliasse di non correre, dice: «Noi faremo quel che il nostro fornitore di gomme ci dirà. Se riterrà che non è sicuro per i piloti, non li manderemo in pista. Dalla Fia ci attendiamo, comunque, una decisione di buon senso. Poter usare le gomme impiegate a Barcellona? Perché no? In fondo, sono vecchie, dure, saremmo già penalizzati in partenza». Difficile che venga accontentato. «Una simile opzione è possibile», fa notare Charlie Whiting, delegato sicurezza, «ma provocherebbe almeno cinque infrazioni regolamentari».

Soprattutto, troverebbe il sacrosanto niet della Ferrari, fiera di poter dire no, fiera di poter pensare ecco perché andavamo più piano degli altri.

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