Teatro Un’Anatra all’arancia corrosiva

Si rimane sempre stupiti, per non dire addirittura stupefatti, di fronte alla sorprendente vitalità di un copione come "L'anatra all'arancia" che un facitore brillante e spregiudicato di nome Marc-Gilbert Sauvajon trasse a suo tempo con molta libertà da un romanzo dello scozzese William Douglas-Home. Cosa c'è infatti di più vieto del consunto quadrilatero formato da due coppie, una legittima unita dal sacro vincolo del matrimonio e l'altra (che si rivela tale solo alla fine) assolutamente spuria composta com'è dall'amante della signora sposata e dalla segretaria del marito tradito di quest'ultima? Eppure basta l'aggiunta maliziosa del personaggio di comodo di una balzana cameriera che fa da beffardo spartiacque tra l'uno e l'altro polo a rendere irresistibile il ben noto gioco dei quattro cantoni tra i contendenti la mela proibita.

In questa edizione manierata ma stilisticamente corretta in cui il premio finale è rappresentato da una Debora Caprioglio pungente e sofisticata come non mai, Corrado Tedeschi grazie al suo aplomb di diavolo casalingo che giostra da padrone tra ironici distinguo e battute in libertà ha la meglio su un cast che strizza l'occhio (fin troppo) ai modi lombardi del ridere insieme.

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