Cosa significa essere una "suora fuori controllo"? Lo si potrebbe chiedere a Lionel White, il giornalista americano, di New York, che ha vissuto per quasi un secolo 1900 (1905-1985). Negli anni '50 esordì come autore di romanzi gialli e pian piano abbandonò il giornalismo: le sue storie diventarono soggetti per molti film thriller diretti da registi come Stanley Kubrik o Jean Luc Godard. "Suore fuori controllo" è una sua commedia che resterà al Teatro Martinitt fino a domenica: due agenti sono appostati in una camera di un motel per un'operazione di polizia che si svolgerà nella stanza attigua. Devono registrare, con telecamere nascoste, l'incontro tra due suore, sospettate di furto ai danni di una congregazione religiosa, e una commercialista, collaboratrice della polizia, che consegnando loro i soldi, dovrà farle cogliere in flagranza di reato. In una scena che mostra le due stanze d'albergo comunicanti (in una c'è la polizia, l'altra è il posto del reato), lo spettacolo è movimentato e grottesco. Gli attori interpretano ruoli più di maschere che di approfondimento psicologico. "White scrive commedie geniali - commenta per il Giornale Luca Ferrini, romano, classe 1975, regista, qui anche attore- . Hanno un ritmo forsennato, sono irriverenti, ma senza scadere nella volgarità". Ferrini aveva già curato la regia de "Il teorema della rana", del drammaturgo americano. "Parlare di suore in modo comico può sembrare controcorrente - continua -, solitamente sono figure che ispirano tenerezza. Ma questo spettacolo non è blasfemo e può coinvolgere chiunque, credente o meno". Sulla blasfemia va detto che non c'è volgarità, ma la figura, caricaturale e comica, ben riuscita, della commercialista ninfomane collaboratrice della polizia può alzare il target di accesso ai 14 anni e non proprio ai bambini. Conosciamo White come autore di gialli, qui di paura non c'è traccia: "È una commedia movimentata e ritmata, difficile e entusiasmante, genere Rumori fuori scena': sono veri giochi teatrali".
Parla con entusiasmo: "Sono molto contento di debuttare con questo spettacolo a Milano perché qui c'è il pubblico migliore. Ho vissuto qui un anno e mezzo, lavorando come attore e la amo molto, compresa la sua cucina (il risotto con l'ossobuco, per me, è il piatto migliore al mondo".