Cronaca locale

Il teatro Parenti presenta i suoi gioielli

Valentina Fontana

La sua mancanza si è sicuramente sentita. Andrée Ruth Shammah non c'era alla presentazione della stagione del suo teatro Parenti. Immobile nel letto di un albergo romano a causa di un piede rotto, parla ugualmente alla sua città, al suo pubblico, trasmettendo l'anima del nuovo cartellone, l'ultimo nella sala di via Tertulliano in attesa del grande rientro - a dicembre dell'anno prossimo - nella sede storica.
«Bisogna vedere ogni stagione in riferimento al momento e alla sua storia - dice la Shammah -. Ora è il momento di puntare su un teatro di qualità, sulla creazione, la nascita del fatto teatrale. E così il Parenti rinasce perché c'è una storia, perché si mette continuamente in discussione grazie a una ricerca più profonda. È Milano ancora, con amore e per amore a riannodare i fili di un cammino iniziato più di trent'anni fa per arrivare oggi, ormai fra poco, dopo tanto girovagare alla riapertura del nostro teatro con sempre più chiara e forte l'esigenza di rivolgere la nostra passione al pubblico e la capacità di parlare con calore all'intelligenza dello spettatore, senza mai perdere di vista la teatralità del teatro che non esclude il fascino del suo mistero anche quando s'imboccano strade nuove».
Grazie a queste strade nuove, al suo teatro delle prime volte, alla sua programmazione integrata, al coinvolgimento di un pubblico sempre più vasto con il Teatro sotto casa e il Teatro ragazzi, il Parenti, nonostante la penalizzazione dei limiti della sala di via Tertulliano, l'anno scorso ha portato l'oltre esaurito per tutte le produzioni con 16mila spettatori per un incasso di 182mila euro. E quest'anno la Shammah continua la sua ricerca «con un cartellone forte, coerente, dove il pubblico troverà energia, voglia di rischiare con proposte alte, l'orgoglio di mettere la faccia con sei produzioni, una fitta rete di intrecci, di fili riannodati nel tempo e per il tempo».
Ecco allora presentarsi il nuovo direttore organizzativo, Roberto Toni, «l'unico che può affiancare Andrée», precisa il professor Bisicchia.
«È l'esperienza che ora mi corrisponde di più - dice Toni -. Il Parenti ha sempre dimostrato la sua voglia di fare contro tutto e tutti. Per questo abbiamo scelto di lottare contro il teatro baraccone, il “tutto uguale a tutto”. Nessuna concessione al teatro commerciale, ogni titolo che presentiamo non è una telefonata, ma un lavoro serio, accanito e appassionato».
Così per la stagione del Tertulliano (che si fa in tre, anche nella sala sopra e in uno spazio vicino e più grande, ancora da definire) sei produzioni proprie, l'Io, l'Erede - la nuova edizione del testo di Eduardo De Filippo firmata dalla Shammah, che debutta al Piccolo il 27 con Geppy Gleijeses -; Il Teatrante di Thomas Berhard per la regia di Paolo Graziosi; Anna Galiena impegnata in un nuovo testo ancora in fase di scrittura; Pericolosamente l'amante - in cui la Shammah fa reagire chimicamente i due atti unici di Eduardo De Filippo e Harold Pinter -; Penelope, tratto dall'Ulisse di James Joyce per la regia di Mario Morini; Dopolavoro «Vincere», scritto da Giorgio Melazzi.
Ma non solo.

Paolo Graziosi è richiamato subito sul palco con altri due spettacoli, Primo Amore di Samuel Beckett e La lezione di Eugene Ionesco, e poi ancora Gene Gnocchi protagonista de La neve e l'arte di scioglierla senza farla bollire, di Francesco Freyrie e Eugenio Ghiozzi.

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