
«Se il mondo va in frantumi, l'unica è rincominciare a raccogliere i pezzi, insieme». È la proposta di Tomaso Amadio e Bruno Fornasari, proclamata ieri alla presentazione del cartellone del Teatro Filodrammatici. Infatti «S.C.L.E.R.O. Se Cala L'Empatia, Ritrovarsi Ossigena» è il titolo della nuova stagione. Rabbia, insoddisfazione, ma anche un invito a non scoraggiarsi, a reagire. E lo dimostrano gli 8 mesi di programmazione, con 12 spettacoli in cartellone, 2 produzioni del Teatro Filodrammatici e 3 prime nazionali che sono partiti già ieri sera con Con-Testo-Teatro in tempo reale, una maratona di due giorni, conclusa ieri, in cui cinque registi intrecciano il loro talento con altrettanti drammaturghi della scena internazionale per spettacoli su notizie e fatti accaduti settimana scorsa. Una sorta di giornalismo parlato: «La lettura della notizia sotto la lente provocatoria del teatro». Non poteva che venire dal Filodrammatici un invito a combattere «il senso d'impotenza come condizione diffusa»: siamo in una sala nata nel 1796, l'anno in cui Napoleone Bonaparte entra in Milano. È maggio e gli ideali della Rivoluzione infiammano: già il 28 giugno dello stesso anno un gruppo di giovani chiede uno spazio per fare spettacolo. Si sarebbe chiamato «Teatro Patriottico», come firmatari ha i cittadini, attori per diletto ma non di professione, «mossi dall'amore per la democrazia». In breve ottengono il Collegio dei Nobili Padri Bernabiti in Porta Nuova. Così inizia la storia dei Filo-drammatici, amici del teatro e non per questo attori di professione. Già nel 1799 lo stabile entra nella sede attuale e inizia a essere sempre più importante l'idea di costruire un'Accademia. Soci Vittorio Emanuele II, Alessandro Manzoni, Gabriele D'Annunzio. Attori che passarono di qui Franca Valeri, che ha donato al Filodrammatici il suo archivio, Eleonora Duse, Giorgio Strehler. La notizia, appena arrivata, è che ora anche il Filodrammatici è stato riconosciuto dal Ministero della Cultura come Centro di Produzione teatrale in sale con capienza fino a 200 posti. Ecco che lo scopo che un teatro di tale storia si pone è aiutare a formare le coscienze nelle persone. La stagione debutta il 9 ottobre con Opera al Bianco, nuova produzione dell'Accademia. Scritta e diretta da Fausto Paravidino con musiche originali del compositore e direttore d'orchestra Enrico Melozzi: un gruppo di giovani parte per trovare un nuovo sé. Due saranno le produzioni del Filodrammatici, entrambe dirette da Bruno Fornasari. Dal 4 al 23 novembre arriva Wild Chi ricorda Edward Snowden? di Mike Bartlett, tradotto dallo stesso Fornasari. Un ex tecnico della CIA si rifugia a Mosca dopo aver svelato un sistema di sorveglianza globale. Due misteriosi visitatori gli offrono protezione in albergo, ma regnano paranoia e ambiguità. Si riflette anche sul tema del consenso e l'abuso nel dibattito pubblico in Tape-La registrazione, dal 5 al 22 marzo in prima nazionale. Di Stephen Belber già portato al cinema da Richard Linklater nel 2001 e tradotto da Bruno Fornasari.
Largo spazio alle ospitalità: il 2026 si apre con Mauro Lamantia protagonista, dal 20 al 25 gennaio, di GramsciGay, scritto da Iacopo Gardelli e diretto da Matteo Gatta, spettacolo vincitore del Premio Nazionale Franco Enriquez 2025.
In A casa la sapevo, dal 28 al 31 maggio, la scuola e la famiglia diventano due universi in collisione all'ora di ricevimento. Si rinnova, inoltre, il format di successo La Storia a processo!, ideato e a cura di Elisa Greco, confermati, anche per questa stagione, i Concerti della domenica allestiti dal Maestro Roberto Porroni.