Esultiamo. Qualcuno ha deciso di riportare il Cristo al centro della guerra, al centro della storia, al centro del teatro. Si è svolta a Milano l’anteprima mondiale di La rivolta della gioia ( nella foto di Alessandro Uttaro) di Cristian Ceresoli, che ha scritto e dirige un lavoro rimasto in gestazione per 17 anni e che oggi assume una coincidenza scioccante con l’attuale. La storia è una e centomila, si svolge in Terra Santa, tra Betlemme, la Galilea, Gerusalemme, il format è quello del musical. Ci aveva già provato Andrew Lloyd Webber, è vero. In questo caso tuttavia non si tratta di Gesù superstar, ma di bambini e soldati, nero e gioia, appunto.
In scena una diecina di elementi con la direzione musicale di Stefano Piro: Silvia Gallerano, Fabio Monti, Gianluca Casadei alla fisarmonica, due voci professioniste come quelle di Federica Risoli e Francesca Ugolini e un coretto della gioia di voci bianche, Vera Bencivelli, Eva Candura, Lara Ceresoli, Nicola Ceresoli. Sono questi bambini a creare un tempo sospeso in cui giustizia, pace, canto a squarciagola e purezza sono possibili. Ma è il montaggio parallelo di episodi della vita di Cristo con i massacri di bambini nei raid contemporanei a fare la differenza. Immersi nel Vangelo e nell’oggi al contempo, si assiste all’energia delle voci, del canto e del ballo in quella che è davvero una celebrazione. Dallo struggente inizio, la «Prima lettera di un bambino a Dio», all’avvento di «quel» bambino, che ride così forte da spazzare via il freddo, il pavimento di sabbia e il tetto di lamiera, ma non i soldati. Dalla trasformazione di questo bambino in uomo, che raccoglie i dodici per la strada e li porta sul sentiero della sua infinita gioia, al campo lunghissimo di quel figlio, in salita sul Calvario, spintonato e sotto una croce. Fino ad un finale sorprendente, una reincarnazione inedita e rigenerativa.
L’atmosfera è di festa, inimmaginabile oggi se non in una discesa verticale nella ferita: lo spettacolo è ritmo e commozione, trascina e rincuora in un momento in cui prevale la bestialità, come ha commentato Giacomo Poretti, che dirige il Teatro Oscar che lo ha ospitato per aprire la stagione «La pace che cerchiamo ». Ceresoli e la sua rivolta saranno a Roma, all’Auditorium Parco della Musica il 12, 13 e 14 dicembre prossimi.