La tecnologia illumina il Duomo (e anche le preghiere)

Ti illuminerà. Ti rivelerà. Su Facebook e Twitter. Le parole del Duomo sui cartelloni in città, per la sua manifestazione in 3D di ieri sera in quattro momenti, il primo alle 20, l’ultimo alle 20.40, cui ha presenziato anche il cardinale Angelo Scola in mezzo a una folla folta e rapita

Ti illuminerà. Ti rivelerà. Su Facebook e Twitter. Le parole del Duomo sui cartelloni in città, per la sua manifestazione in 3D di ieri sera in quattro momenti, il primo alle 20, l’ultimo alle 20.40, cui ha presenziato anche il cardinale Angelo Scola in mezzo a una folla folta e rapita, in un certo senso rappresentano quella che è la luce della rivelazione che la Curia milanese punta ad ottenere in rete. Una Quaresima tecnologica per la «pietra» di Sant’Ambrogio, che in Internet ha il sito più completo a detta di tutte le diocesi italiane. Non solo. La conferenza stampa di ieri mattina sul VII Incontro Mondiale delle Famiglie dopo un’ora che era su entrambi i social network aveva già ricevuto decine e decine d’assensi da tutto il mondo.
Don Davide Milani, responsabile della comunicazione della Curia, ci mostra il film diffuso in etere. «L’appuntamento sulla catechesi familiare - spiega - è il punto più avanzato della nostra comunicazione. Il Pontificio Consiglio ha redatto un libro in «ecclesialese». Prima lo abbiamo tradotto in un book con il linguaggio scritto e visivo studiato appositamente per la rete. Poi da IPad a YouTube a Facebook e Twitter». Sembra un salmo detto in tecnicese.
Come posso comunicare con il mondo? E’ la domanda che la Chiesa si pone in un’era in cui la velocità impressa a un messaggio è pari per importanza alla profondità del contenuto di esso. «Da sacerdote sono cosciente che i 140 caratteri di Twitter non potranno mai essere paragonati a un’omelia. So che lo strumento usato condiziona il messaggio, che un social network non è un tubo dove passa semplicemente l’acqua. Ma mi servo di questo tubo per arrivare, con un testo meditato e un’immagine approfondita, a tutti i gruppi che sulla terra si occupano del tema famiglia». Dieci cortometraggi girati da Chiara Pelizzoni, un esperto in social media, Fabrizio Caligiuri, hanno composto - possiamo dirlo pensando alla Bibbia? - il «Libro» che scorre sui computer per far arrivare la «parola» sull’amore della coppia in ogni punto più sperduto del pianeta.
Non dimentichiamo, ammonisce monsignor Luigi Manganini, parroco del Duomo, autore di omelie solo con pc, che: «San Paolo disse: «Fides ex auditu», la fede passa dall’ascolto, l’ascolto dal verbo di Dio, «audis autem per verbum Dei», e arriva agli occhi del cuore. Se la tecnologia rimane un tramite per giungere a questo sguardo interiore, benvenga. Fin dalle origini la Chiesa si è servita degli strumenti dell’epoca per diffondere la fede. Dalla parola, alla scrittura, alla teconologia. Basta che il mezzo non diventi il fine». La musicalità di un Magnificat è il fine.
E il Duomo stesso prosegue il suo passo dentro agli strumenti tecnologici più avanzati. «Stiamo per introdurre in Cattedrale nuove radioguide con radiofrequenze molto sofisticate, che si sintonizzzano su quarantotto canali in modo da poter istruire altrettanti gruppi di vistatori contemporaneamente sulla storia del monumento».
Se don Davide Milani su Facebook e Twitter si definisce un «morto» perché, pur essendoci, non ha mai tempo per scrivere, monsignor Manganini non è su nessun social per una questione di «privacy».

Non sono pochi i sacerdoti che zampettano sul mouse per messa-ggiare con i fedeli... «Non scherziamo - sorride il parroco - la messa è solo in chiesa. L’Eucarestia si partecipa presenziando all’assemblea. Anche il rito in tv per noi non vale». Il carisma divino del corpo non è etereo.

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