Tante volte, sui social, sono stati annunciati gesti di autolesionismo e, peggio ancora, suicidi. Un ultimo messaggio d’addio o d’aiuto letto in ritardo quando basta, o spesso caduto nel vuoto, risucchiato dalla bulimia dei post in bacheca.
Ora Facebook si mobilita, progettando un sistema anti-suicidio basato su recettori che intercettano i post che esprimono disagio tale da far presupporre azioni estreme da parte del suo autoree.
Come funziona la piattaforma-sos voluta da Mark Zuckerberg? In sostanza, se l’utente annuncia in un post l’intenzione di farsi del male o una qualsiasi emergenza, entra in gioco Facebook, che contatta – anche su segnalazione degli stessi iscritti – il potenziale suicida o la persona in pericolo, offrendogli il sostegno di un amico, di un famigliare o di uno staff ad hoc (che sarà attivo sette giorni su sette per 24 ore al giorno). Un canale bidirezionale che potrebbe salvare molte vite.
La novità, anticipata dal Daily Mail, entrerà in vigore negli Stati Uniti nel giro di due mesi. E dagli States, rimbalzerà in tutto il mondo.
“Garantire la sicurezza è la nostra più importante responsabilità” dice Rob Boyle, product manager di Facebook, che insieme all’establishment del social network ha accolto e messo in pratica i suggerimenti di organizzazioni per la salute mentale come Forefront, Now Matters Now, National Suicide Prevention Lifeline e Save.org, in prima linea per prevenire questo fenomeno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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