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Imbarazzo per Facebook: online i dati di altri 267 milioni di utenti

La società è reduce dal pagamento di una maxi-multa per la cattiva gestione dei dati nel caso Cambridge Analytica. Ora Facebook è nella bufera per un database con indirizzi e numeri di 267 milioni di iscritti finito su un sito di hacker

Imbarazzo per Facebook: online i dati di altri 267 milioni di utenti

Una falla nel sistema di sicurezza di Facebook ha permesso ad un gruppo di hacker di mettere in rete dati personali, numeri di telefono e indirizzi di 267 milioni di persone.

La questione preoccupa relativamente i vertici di Menlo Park. Si tratterebbe di dati sottratti diversi anni fa, assicurano dalla società di Mark Zuckerberg. Ma l’imbarazzo c’è comunque, visto che l’azienda ha già dovuto pagare una multa milionaria comminata dalla Federal Trade Commission (Ftc) americana per la violazione dei dati di 87 milioni di utenti sfruttati a fini politici da Cambridge Analytica. L’accusa al social network è di non aver protetto a sufficienza le informazioni degli iscritti.

Il colosso di Zuckerberg, del resto, non è nuovo ai furti di dati. Lo scorso settembre un ricercatore ha scoperto come i numeri di telefono di oltre 400 milioni di utenti fossero stati messi alla mercé di tutti, mentre un anno fa, come ricorda Repubblica, toccò ad altri 29 milioni di iscritti. Senza contare che i dipendenti del gigante americano, in passato, avrebbero potuto visionare le password di milioni di user. Con buona pace della privacy.

Ad individuare il nuovo database su un forum di hacker, riconducibile ad un gruppo criminale, è stato il ricercatore per la sicurezza informatica Bob Diachenko. La notizia è stata poi diffusa in un post sul blog del portale Comparitech. L’elenco con nomi e indirizzi di milioni di persone iscritte a Facebook è rimasto online diversi giorni, accessibile a tutti e disponibile per il download.

Secondo Comparitech sarebbe stato oscurato soltanto giovedì scorso. L’esperto ipotizza che le informazioni possano essere state sottratte da un "gruppo criminale vietnamita" grazie ad un sistema di “robot automatizzati che copiano tutti i dati a cui riescono ad accedere”. La colpa, quindi, sarebbe del sistema di protezione dei dati del re dei social. Ma da Menlo Park minimizzano. "Stiamo esaminando la questione, ma riteniamo che si tratti di informazioni ottenute prima dei cambiamenti che abbiamo apportato negli ultimi anni per proteggere meglio le informazioni delle persone", ha dichiarato un portavoce di Facebook interpellato dall’agenzia di stampa francese AFP.

La fiducia degli utenti, però, è sempre più compromessa. Dopo la multa record pagata alle autorità statunitensi, Facebook stava cercando di riconquistarla. Anche facendo un passo ulteriore, come progettare un sistema operativo autonomo che supporti le nuove funzionalità del sito, come gli occhiali per la realtà aumentata. Le rassicurazioni che arrivano dalla California, però, non sembrano convincere gli user.

E ora Zuckerberg deve fare i conti con una nuova figuraccia.

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