Scienze e Tecnologia

L'era "biomediatica": il rapporto Censis rivela il nuovo utente di internet

Il 90% dei giovani è connesso a internet, contro il 21,1% degli anziani. Per informarsi si usa sempre più Facebook e meno media tradizionali

L'era "biomediatica": il rapporto Censis rivela il nuovo utente di internet

Sempre più Facebook e meno giornali. È questo l'identikit dell'utente medio di internet in Italia. L'era "biomediatica" la chiama il Censis nell’undicesimo rapporto sulla Comunicazione nel Belpaese, quella in cui è diventato più importante scrivere e condividere ciò che accade ogni giorno sui social network piuttosto che leggerlo.

"Assistiamo a un ulteriore salto di qualità nel rapporto degli italiani con i media", scrive il Censis, "L’interazione tra l’ambiente comunicativo e la vita quotidiana degli abitanti di territori ipertecnologici sta producendo una vera e propria evoluzione della specie". Evoluzione che ben si esplica nella dieta mediatica media. Se la televisione è rimasta il mezzo più usato (il 97,4% degli italiani la guarda), cresce il pubblico - soprattutto under 30 - che predilige guardarla sul web (+3,1%) o da mobile (+4,3%). Aumenta anche l’uso dei cellulari (+4,5%), soprattutto quelli connessi alla rete (+12,2% in un anno), la cui utenza è ormai arrivata al 39,9% degli italiani (e la percentuale sale al 66,1% tra gli under 30).

In generale, sono il 63,5% gli italiani connessi a internet (+1,4% rispetto al 2012), con una percentuale spiccatamente più alta tra i giovani (90,4%) e tra i diplomati o laureati (84,3%). Ma sono soprattutto i social network ad attirare l'attenzione degli utenti, con il 69,8% di iscritti a Facebook, 61% a YouTube e appena il 15,2% a Twitter. 

Non sfonda però il mercato degli e-reader, che conquista solo il 2,7% degli italiani, a fronte di un leggero aumento per i libri tradizionali: il 52,1% della popolazione ne ha letto almeno uno negli ultimi 12 mesi (+2,4%). Va male per la stampa quotidiana, che nel 2013 hanno un calo di lettori del 2%, -4,6% la free press, -1,3% i settimanali, stabili i mensili. Leggero rialzo per i quotidiani online (+0,5%), in crescita gli altri portali web di informazione, che contano l’1,3% di lettori in più rispetto allo scorso anno,
attestandosi a un’utenza complessiva del 34,3%.

Il rapporto però rivela il gap generazionale. Tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 90,4%, mentre è ferma al 21,1% tra gli anziani; il 75,6% dei primi è iscritto a Facebook, contro appena il 9,2% dei secondi; il 66,1% degli under 30 usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 6,8% degli over 65. Caso opposto è quello dei quotidiani, per i quali l’utenza giovanile (22,9%) è ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni (52,3%).

La funzione di internet maggiormente utilizzata nella vita quotidiana è la ricerca di informazioni su aziende, prodotti, servizi (lo fa il 43,2% degli italiani), oppure di strade e località (42,7%). Segue l’ascolto della musica online (34,5%). Anche l’home banking ha preso piede nel nostro Paese: lo svolgimento di operazioni bancarie tramite il web è tra le attività svolte più frequentemente (30,8%). Fare acquisti (24,4%), telefonare attraverso internet tramite Skype o altri servizi voip (20,6%), guardare un film (20,2%), cercare lavoro (15,3%, ma la percentuale si impenna al 46,4% tra i disoccupati), prenotare un viaggio (15,1%) sono altre attività diffuse tra gli utenti di internet.

Per informarsi, lo strumento condiviso da quasi tutti è il telegiornale: vi ricorre l’86,4% degli italiani (che erano già l’80,9% nel 2011), mentre calano sia i periodici (settimanali e mensili scendono dal 46,5% del 2011 al 29,6% del 2013), sia i quotidiani (quelli gratuiti hanno perso 16,6 punti percentuali in due anni, quelli a pagamento l’8,5%).

A crescere nettamente sono invece i motori di ricerca su internet come Google (arrivati al 46,4% di utenza per informarsi nel 2013), Facebook (37,6%), le tv all news (35,3%) e YouTube (25,9%).

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