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Il tedesco cerca alleati veloci: «Se Raikkonen lo superasse...»

«Per me il gp di Cina è stregato, ma peggio dell’anno scorso non posso andare visto che mi ritirai»

nostro inviato a Shanghai
Diavolo come sarà difficile rinunciare a tutto questo per Schumacher. Un muro di transenne tiene lontane schiere di ragazzine. Sarà dura, ma il pensiero va cacciato dalla mente. È in forma Schumi, lo è la Ferrari, due soli punti li separano da Alonso. Però, Michael deve ancora sfatare la maledizione di Shanghai. Qui ha sempre fatto brutte gare: 12° nel 2004 (con Barrichello primo), ritirato con biasimo lo scorso anno: «La consolazione è che peggio del 2005 non posso fare. E ora non ci sono motivi per non essere competitivi».
Più o meno della Renault?
«Siamo molto vicini. Sarà un duello molto tirato, che potrà essere condizionato dalle prestazioni di altri piloti. Ce ne sono diversi in grado di inserirsi tra noi due (e guarda sornione Raikkonen, suo erede in Rosso, seduto accanto a lui, ndr)».
Le frasi di Alonso, le accuse di essere il campione meno sportivo nella storia della F1?
«Ognuno è libero di pensarla come gli pare e io sono libero di non rispondere a certe cose».
Ma la innervosiscono?
«Per nulla».
Istruirà Raikkonen su come affrontare la vita in Ferrari?
«Se lo farò, sarà in privato. E, comunque, Kimi ha molto talento e non avrà difficoltà a inserirsi».
Ha due punti in meno di Alonso, che cosa farà?
«Lotterò, sarà una battaglia dura, sarà eccitante. In fondo è come se partissimo alla pari; ogni dettaglio sarà decisivo».
Crede che la rimonta l’avvantaggi a livello psicologico?
«La psicologia non conta, conta solo la pista, conta vincere».
Ci pensa mai? Tre Gp alla fine del mondiale, tre Gp al termine della sua lunga carriera.
«Sono troppo concentrato: penso solo al titolo».
Sì, ma come li vivrà?
«Me li godrò in modo differente. Ad esempio, a Monza, per tutta il week-end sono rimasto concentrato; però, appena terminata la corsa, mi è venuta tristezza... Ho pensato che era stata la mia ultima Monza».
A proposito di Monza, quanto è stato importante vincerlo?
«Moltissimo, e porta bene: nel 2000 e nel 2003, anni mondiali, la mia annata è cambiata lì».
Lo sa che Hakkinen ha detto che presto scoprirà quanto è difficile vivere senza le corse?
«Penso di conoscermi molto bene, se ho deciso così è perché non cambierò idea».
Non ha voglia di spaccare il mondo per dimostrare in queste ultime corse di essere ancora il più forte di tutti?
«Sono sedici anni che lo dimostro.

Sedici anni in cui ho sempre voluto vincere, crescere e migliorare».

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