Gian Micalessin
Doveva essere una giornata di lutto. Una giornata apertasi con la notizia della morte nellennesimo incidente aereo del generale Ahmad Kazemi, appena nominato comandante delle forze terrestri dei pasdaran e di altri dieci alti ufficiali dei Guardiani della Rivoluzione. Invece è stata unaltra giornata di sfide a tutto campo allOccidente, agli Stati Uniti, a Israele ed anche alla comunità ebraica italiana. La sfida, iniziata sul campo del nucleare con la conferma iraniana di ignorare i richiami internazionali e riaprire i laboratori di ricerca, ha poi coinvolto il premier israeliano Ariel Sharon, il cui crollo fisico è stato dipinto come una sconfitta degli Stati Uniti ed ha raggiunto la comunità ebraica italiana accusata dal corrispondente a Roma dellagenzia ufficiale Irna di aver amplificato il numero delle vittime dellolocausto. Il pezzo liquida come un mito luccisione di 20.000 ebrei italiani negli anni del fascismo e delloccupazione nazista. «La cifra di 20.000 vittime è stata fornita da una commissione mista anglo-americana - scrive l'Irna ma non esiste nessun documento e nessuna testimonianza valida che confermi questa cifra».
Secondo lagenzia di Teheran che cita il sito della Comunità Ebraica - lunico dato certo riguarda luccisione di 76 persone nella capitale. Il Centro di documentazione ebraica, riportando una riduzione di 20mila unità della comunità italiana rispetto allante-guerra, precisa in verità che gran parte di tale riduzione è legata alla fuga dai nazisti o allemigrazione post-bellica, e fissa il numero delle vittime in 5.969 su un totale di 6.806 fra ebrei arrestati e deportati. Ma lIrna non si ferma qui. Nel suo lancio accusa le istituzioni italiane di essere «controllate dalle lobby ebraiche» e di utilizzare «giudizi razzisti» per colpire la comunità islamica.
Intanto a Teheran anche lAyatollah Alì Khamenei è sceso in campo per confermare la decisione annunciata nei giorni scorsi di riaprire i laboratori di ricerca nucleare e riavviare la sperimentazione. La decisione riporta lIran alla situazione di due anni e mezzo fa e rischia dinterrompere definitivamente il negoziato sul nucleare lanciato dallUnione Europea tramite i negoziatori di Parigi, Londra e Berlino. «Il nostro Paese non abbandonerà mai il suo legittimo diritto alla tecnologia nucleare ottenuta grazie al lavoro dei giovani scienziati iraniani», ha detto layatollah che incarna la suprema autorità della Repubblica Islamica. Le parole del supremo leader sono state confermate anche dal portavoce governativo Gholam Hossein Elham che ha ribadito lintenzione di rimuovere i sigilli imposti a suo tempo dallAgenzia Internazionale per lEnergia Atomica pur ribadendo di accettarne ancora il controllo.
Chiuso il capitolo del nucleare, Khamenei ha affrontato il tema della malattia di Ariel Sharon pronosticandone la morte e definendola una sconfitta per la politica americana in tutto il medioriente. «Dal momento che il macellaio dei palestinesi, luomo che voleva distruggere lIntifada è ormai vicino alla fine, possiamo dire che lintera politica americana in Palestina è stata sconfitta».
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