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Teheran, la piazza sfida i pasdaran: scontri Frattini: "L'Iran non sarà al G8 a Triste"

Opposizione in piazza per ricordare i "martiri": dispersi dalla polizia che carica. Il Consiglio dei Guardiani: "Tre milioni di voti in più, ma non hanno influenzato il risultato" (video). Frattini: "Nessuna risposta, caduto l'invito al G8". La Casa Bianca: "Non c'è giustizia in Iran"

Teheran, la piazza sfida i pasdaran: scontri 
Frattini: "L'Iran non sarà al G8 a Triste"

Ancora una giornata ad altissima tensione a Teheran, con l'opposizione che torna in piazza per ricordare i "martiri" della repressione e Neda, la ragazza simbolo della rivolta, uccisa sabato: manifestazione dispersa con la forza da polizia e miliziani Basiji che hanno caricato gli oppositori ed effettuati numerosi arresti.
Questo mentre, anche se parziale, è arrivata l'ammissione dell'esistenza di brogli elettorali, nelle elezioni presidenziali iraniane. A dirlo è il Consiglio dei Guardiani, che sta facendo le verifiche sul 10 per cento delle schede. In tutto sono 3 milioni i voti in più conteggiati, ma, dicono i Guardiani, "non hanno influito sul risultato finale". C'è quanto basta per tenere altissimo il livello dello scontro politico. E sono definiti "poco verosimili" i risultati del voto iraniano secondo un autorevole istituto di Londra. Intanto la polizia ha reso noto che sono 457 le perone arrestate durante le violente proteste di sabato scorso nella zona di piazza Azadi a Teheran. Negli scontri 40 poliziotti sono rimasti feriti e 34 edifici governativi danneggiati. Ma è fondato il sospetto che le cifre della battaglia nelle piazze sia stata molto più cruenta e la repressione durissima. Sul fronte degli arresti è stata rilasciata Faezeh Hashemi, la figlia dell’ex presidente iraniano Rafsanjani portata in cella ieri con quattro congiunti che erano stati rilasciati dopo qualche ora.

Opposizione in piazza per Neda e i "martiri" I sostenitori di Moussavi e di Karroubi hanno accolto l'invito dei leader e si sono radunati a Teheran in una piazza centrale di Teheran. Mehdi Karroubi ha convocato con un post su Facebook, la commemorazione pubblica di Neda, la ragazza uccisa durante le proteste di sabato a Teheran e diventata simbolo della rivolta. Il tam tam di Twitter ha fatto sapere che "Neda è stata sepolta al cimitero Behest Zahra" e che "le autorità hanno vietato i funerali". Giovani sostenitori di Mousavi, hanno fatto appello perché i manifestanti portino una candela nera con un nastro verde in solidarietà con le vittime degli scontri. I giovani, attraverso il proprio sito web, hanno anche chiesto agli automobilisti di accendere le luci delle auto a partire dalle 17 (le 14.30 in Italia) in segno di solidarietà con le famiglie "dei martiri uccisi in questi giorni". Circa 200 manifestanti d’opposizione hanno tentato di radunarsi in piazza Haftè Tir ma la polizia li ha dispersi sparando in aria e usando lacrimogeni, secondo quanto raccontano testimoni citati da France Presse. Secondo un testimone citato da Reuters, in piazza sarebbero scesi oggi circa mille manifestanti. Un testimone sostine che la manifestazione è terminata dopo circa due ore.

Le minacce dei Pasdaran Ma il braccio armato (e violento) del regime di Teheran si è detto pronto a "un confronto rivoluzionario" con tutti coloro che scenderanno in strada nuovamente. "Stop ai sabotaggi e alle sommosse", hanno ammonito i Pasdaran,  i Guardiani della rivoluzione in un comunicato sottolineando che le proteste di questi giorni sono solo "cospirazioni" contro l’Iran.

Il Consiglio dei Guardiani: voto regolare Il Consiglio dei Guardiani iraniano non ha riscontrato "irregolarità di rilievo" nelle presidenziali del 12 giugno, ha detto il suo portavoce, Abbasi Ali Katkhodai, citato dalla televisione iraniana in lingua inglese Press Tv. Il Consiglio respinge quanto affermato in alcuni ricorsi secondo cui "in 170 città i voti sarebbero risultati essere più degli aventi diritto".

Poi ammette: milioni di voti in più Ma poi arriva la parziale ammissione sui brogli. In cinquanta collegi elettorali dell’Iran ci sono stati più voti rispetto agli elettori potenziali, anomali che, secondo Abbas Ali Kadkhoda, non "ha comunque modificato il risultato finale" favorevole al presidente uscente Ahmadinejad. "Tra le varie denunce presentate, i candidati (sconfitti) sostengono che in alcuni collegi ci siano state più schede di voto espresse che di elettori potenziali. Ma la nostra inchiesta preliminare mostra che le cifre annunciate (170 distretti, ndr) non corrispondono al vero. Sono infatti 50 i collegi in cui sono state riscontrate delle anomalie". Il portavoce del Consiglio ha spiegato che queste incongruenze sono possibili perché l’elettore iraniano ha la facoltà di poter votare dove vuole. "È possibile che in questi collegi abbiano votato numerosi immigrati o turisti di passaggio", ha aggiunto precisando che "ci sono stati in tutto 3 milioni di voti, insufficienti a influenzare l’esito finale".

Frattini: l'Iran non sarà al G8 di Trieste Nessuna rispota da Teheran entro oggi, come aveva chiesto il ministro degli Esteri Frattini, così l'Iran non sarà al G8 di Trieste, la conferenza dedicata alla stabilizzazione di Pakistan e Afghanistan. Oggi Frattini si aspettava una risposta all’invito a partecipare e aveva detto "che si ritiene implicitamente declinato l'invito" in caso di silenzio, aggiungendo: "L’Iran sarà comunque un attore nella regione e noi vogliamo che sia un attore positivo. Ma è ovvio che in queste giornate la situazione circa il governo iraniano è molto complicata". "La rielezione di Ahmadinejad è in discussione, vi sono proteste e vi sono coloro che pensano, come il presidente del parlamento Ali Larijani, che si debba ascoltare la voce di chi vuole ricontare le schede". In serata il ministro ha aggiunto: "Ritengo che l’Iran abbia declinato l’invito: peccato, è un’occasione persa, ci dispiace".

"Basta violenze" "Quello che noi soprattutto chiediamo è che non ci siano violenze, che non ci siano persone morte o aggredite per le strade" e che "ci sia una revisione seria" del voto contestato", ha spiegato il titolare della Farnesina, precisando la posizione dell'Italia. E Frattini ha replicato anche alle accuse lanciate dal ministro degli Esteri iraniano Manuchehr Mottaki alla Gran Bretagna. "I Paesi europei non hanno manovrato niente".

Obama: non c'è giustizia in Iran Anche l'America alza i toni e la Casa Bianca denuncia che in Iran "non c’è giustizia", tanto che è rimasto inascoltatol’appello del presidente Obama al governo iraniano a evitare "azioni violente e ingiuste" contro il proprio popolo. Lo ha detto il portavoce Robert Gibbs prendendo spunto "dall'escalation delle scene di violenze" durante il weekend, sottolineano che Obama è rimasto molto colpito dal coraggio dei dimostranti, e in particolare dalla passione con cui hanno difeso il loro diritto di esprimersi.

La Ue: contro di noi accuse senza fondamento Le accuse dell'Iran contro l'Unione europea e alcuni Stati membri sono giudicate "senza fondamento" e "inaccettabili". La presidenza di turno ceca dell’Unione replica seccamente a Teheran spiegando che "la Ue, nel pieno rispetto della sovranità dell’Iran, segue da vicino gli sviluppi della situazione post-elettorale nel paese e si aspetta che la crisi venga risolta attraverso il dialogo democratico e con dei mezzi pacifici". "La Ue considera le accuse di interferenza nelle elezioni iraniane fatte da diverse autorità di Teheran contro l’Unione europea e i suoi membri come prive di fondamento e inaccettabili. Tutti gli Stati membri dell’Ue fanno fronte comune contro queste accuse rivolte a singoli Paesi e contro i tentativi di dividere la reazione di alcuni membri verso l’Iran".

Chavez difende Ahmandinejad Sul fronte internazionale, intanto il presidente venezuelano Hugo Chavez si schiera ancora una volta a fianco dell'alleato iraniano e di Ahmadinejad sull'asse dei paesi petroliferi anti-americani, chiedendo "rispetto" per l’Iran. E ha avallato, nella sua trasmissione "Alò Presidente" la teoria del complotto contro Teheran, denunciando l’esistenza di forze che hanno interesse "a minare la fortezza della rivoluzione iraniana".

Chatam House: seri dubbi sui risultati Un’analisi dei risultati elettorali in Iran pone "seri dubbi" sulla vittoria del presidente Ahmadinejad, e evidenzia irregolarità sui numeri forniti dalle autorità di Teheran. Lo afferma il Royal Centre for International Affairs di Londra - chiamato più comunemente Chatham House, dal nome della sede - che tra le varie anomalie denuncia lo spostamento massiccio, definito "implausibile", dei voti tradizionalmente conquistati dai riformisti verso il conservatore Ahmadinejad. Per gli autori della ricerca, svolta in collaborazione con l’Università di St. Andrews in Scozia, il risultato che vede Ahmadinejad trionfare nelle province rurali contrasta seccamente con i risultati di elezioni precedenti nelle stesse aree. Nel loro lavoro, gli analisti hanno osservato i risultati provincia per provincia, confrontando il responso delle urne nel 2005 e nel 2009, fornito dal ministero dell’Interno iraniano, e i numeri del censimento del 2006, pubblicati dal Centro Statistico iraniano.

La Farnesina: rinviare i viaggi non necessari "Rinviare, per il momento, viaggi non necessari in Iran". È quanto si legge nell’ultimo avviso particolare della Farnesina sull’Iran pubblicato sul sito viaggiare sicuri, nel quale il ministero conferma che è "assolutamente sconsigliato" recarsi nelle aree dell’Iran a ridosso delle frontiere con l’Iraq, l’Afghanistan ed il Pakistan. Si raccomanda inoltre di evitare le zone centrali della capitale Teheran e di allontanarsi da ogni forma di manifestazioni e di assembramenti di massa e di tenersi sempre informati sulla situazione locale, anche attraverso gli organi d’informazione internazionali monitorando gli eventuali possibili sviluppi nel Paese.

Va esclusa inoltre - rileva l’avviso - la possibilità di svolgere in Iran attività di tipo giornalistico trovandosi nel Paese con visto turistico.

 

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