Telco chiude rifinanziamento E per i soci c’è il paracadute

Sarà di 1,3 miliardi di euro il bond che Telco emetterà entro il 25 marzo, il cui lancio è stato annunciato recentemente. Ma il finanziamento complessivo alla controllante (22,5%) di Telecom Italia sarà di 2,6 miliardi: il doppio. Questo perché ieri è stato sottoscritto anche un prestito alla società, con scadenza maggio 2012, da parte di quattro banche - Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Société Générale e Unicredit - sempre nell’ambito dei piani di rifinanziamento impostati.
In attesa dell’emissione del bond, il fabbisogno finanziario di Telco, legato ai debiti in scadenza, è stato coperto per 0,9 miliardi dagli azionisti Telefonica, Intesa Sanpaolo e Mediobanca con un finanziamento ponte. All’appello manca Generali. I residui 0,4 miliardi saranno invece concessi ancora da Intesa Sanpaolo e Mediobanca, che in questo caso agiranno però nella loro veste di banche.
Una novità è costituita da una clausola inserita nel contratto di finanziamento sottoscritto ieri e garantito da azioni Telecom: si tratta di un «paracadute» per i soci Telco, teso a evitare che, in caso di difficoltà da parte dei debitori a far fronte alla restituzione dei fondi, le azioni del gruppo telefonico finiscano alle banche che le hanno in pegno e, da queste, successivamente, sul mercato o in mani non gradite. In sostanza la clausola assicura ai soci Telco una «prelazione» nell’acquisto delle azioni date in pegno.


Nel frattempo a valle di Telco, gli occhi sono puntati sul comitato esecutivo di Telecom (-1,05% in Borsa), in agenda giovedì prossimo. Sul tavolo anche il pressing del governo argentino per la vendita della partecipazione detenuta in Telecom Argentina attraverso Sofora.

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