Tagli al personale ma anche ai costi e agli investimenti e, seppure non ancora dichiarato, anche al dividendo. Telecom Italia annuncia da Londra altri 4 mila licenziamenti entro il 2011 oltre ai 5 mila già previsti e negoziati con i sindacati. Alla fine della cura dimagrante Telecom avra 55 mila dipendenti ossia il 14% in meno di quelli attuali. Questa volta l'operazione appare meno indolore che in passato, tanto che i sindacati sono gia scesi sul piede di guerra. E anche il governo con il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha detto di voler guardare con attenzione al programma di ristrutturazione per vedere se è davvero necessario per la società.
Di certo il taglio del personale è indubbiamente l'anello centrale nella riduzione dei costi promessa dall'ad Franco Bernabè nella presentazione del piano triennale che va ad integrare quello presentato a marzo. In Borsa l'effetto non è stato quello sperato e il titolo, pur in una giornata comunque difficile per tutti, ha chiuso a -1,6%. Il mercato è rimasto un po' deluso perché anche questa volta grandi decisioni non sono state prese. La strada che Bernabè intende percorrere è quella di una graduale razionalizzazione dei costi di gestione, della creazione giudiziosa di nuovi servizi a valore aggiunto e della dismissione di asset.
Un'operazione che, secondo Telecom, dovrebbe portare nella casse della società fino a 3 miliardi. E dunque dovrebbero essere cedute Hansenet (tra le societa interessate c'e anche Telefonica) che opera nella banda larga in Germania e Olanda, Ti Sparkle che vende connettività internazionale, e alcune partecipazioni come quella cubana. Quello che non è in vendita invece è la rete. «Il nostro modello è Open Access - ha detto Bernabè -, poi se la Cdp vorrà investire nella rete di nuova generazione per favorire il sistema-Paese, prenderemo in considerazione la cosa». Non si vende neppure il Brasile: «Si tratta di un mercato ancora in crescita con grandi potenzialita». E infatti il tasso di crescita di quel mercato sui ricavi e previsto all'8% contro lo 0,2% di quello italiano.
Sul fronte domestico il primo obiettivo del piano 2009-2011 in Italia è l'inversione del trend dei ricavi nel 2010 grazie alla crescita di quelli da servizi innovativi (BroadBand e business adiacenti) che al 2011 rappresenteranno circa il 28% dei ricavi domestici totali. Il piano punta anche a ridurre i costi di circa 2 miliardi 2011. Alla fine le manovre di tagli e riduzioni dei costi dovrebbero produrre un cash flow di 22 miliardi che andrà a ridurre il debito che a fine 2011 e previsto sotto i 30 miliardi. Mentre la crescita di ricavi e Ebitda dovrebbe essere leggermente superiore a quella indicata lo scorso marzo, ma posticipata nel tempo a partire dal 2010 in quanto il 2009 è previsto piatto, con ricavi e margini in linea con il 2008, rispettivamente attesi a 30,5 miliardi e al 38 per cento. Unico guizzo, l'esercizio dell'opzione sul 50% di Telecom Argentina (società sana e senza debiti) nel 2009 con un esborso compreso tra 170 e 180 milioni di dollari, di cui però buona parte, sarà sostenuta con un partner locale.
Dalla parte di Telecom c'e anche il prossimo aumento del canone, previsto per febbraio che
porterà almeno 120 milioni e quello dell'unbundling, ossia di quanto pagano gli operatori concorrenti per transitare sulle reti dell'ex monopolista, che l'Agcom dovrebbe decidere a giorni e che portera altri 50 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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