da Milano
Corrado Passera non si sottrae alle domande su Telecom e Generali, le più spinose di questo periodo. Ma limpressione è che in entrambi i casi il tono sia quello della diplomazia. Non senza un pizzico di sarcasmo.
Alessandro Profumo, numero uno di Unicredit, dice che Generali deve essere una compagnia indipendente? «Evviva - commenta lamministratore delegato di Intesa Sanpaolo -: siamo tutti daccordo sullindipendenza della Generali»; Alberto Nagel, ad di Mediobanca, sostiene che Telecom debba diventare una public company con un board autonomo dai suoi azionisti? «Il cda di Telecom sarà un cda forte con un management forte. E avrà una governance, vogliamo dire da public company? Diciamo forte, capace di far fare a Telecom quello che cè da fare per collocarla tra i protagonisti del processo di consolidamento delle tlc in Europa nei prossimi anni». Mentre lingresso di Gaetano Miccichè nel cda di Telecom è avvenuto solo perché «gli altri azionisti italiani, Mediobanca, Generali e Benetton avevano già i loro rappresentanti.
Diplomazia a parte, le parole di Passera lasciano inalterate le frizioni che ci sono sul tappeto tra Intesa e Mediobanca sul futuro di Telecom, e tra Intesa e Unicredit sullassetto delle Generali. Ma ieri loccasione era unaltra: quella della fusione tra Caboto e Banca Imi. Due marchi nobili della finanza nazionale, che dal primo ottobre confluiscono in Banca Imi, polo di capital market e investment banking del gruppo Intesa. Una banca daffari - ha spiegato Passera - che farà parte della divisione Corporate di Intesa Sanpaolo. «Non è escluso che in futuro Banca Imi possa aumentare di peso - ha detto Passera - ma escludiamo la quotazione in Borsa, che non è in nessun modo nel piano di lavoro». Lidea lha spiegata il nuovo ad di Banca Imi, il responsabile della divisione Corporate Gaetano Miccichè, che ha ribadito concetti cari alla filosofia del presidente Giovanni Bazoli: «Noi siamo vocati a seguire le aziende. Per questo teniamo nella stessa area di business le relazioni e i prodotti».
Il vertice di Banca Imi è stato calibrato tra Milano e Roma: a fronte della guida di un uomo Intesa come Miccichè, la presidenza è andata a Emilio Ottolenghi, scuola Sanpaolo. Mentre nella prima linea di management spicca una prevalenza del mondo Intesa-Caboto: il direttore generale è lattuale capo di Caboto Andrea Munari, a cui va anche la responsabilità del capital market (ad interim). Mentre linvestment banking è affidato in condominio a Fabio Cané (Intesa) e ad Andrea Mayr, oggi al vertice di Banca Imi.
Miccichè ha infine dato una sua valutazione sul passaggio di proprietà di Telecom. «Confido che loperazione possa chiudersi secondo i tempi previsti».
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