«Telecom Italia? Rischia di essere esclusa dalla festa»

Carlo Alberto Carnevale (Bocconi): «Pesano i debiti legati ai due passaggi di proprietà. Il consolidamento del settore continuerà»

da Milano

«Il settore? È in pieno consolidamento. E quello di Telefonica è solo un passaggio. La partita è appena iniziata». Carlo Alberto Carnevale, docente di Strategie aziendali all’Università Bocconi di Milano, si occupa da anni di telecomunicazioni.
Telefonica compra O2 e Deutsche Telekom potrebbe fare una controfferta. France Télécom ha appena acquistato la spagnola Amena. Telenor acquisisce Vodafone Svezia, terzo operatore del Paese. Professore, che cosa sta succedendo?
«È semplicemente cambiato il modello di business. Un tempo per una società di tlc era essenziale la rete a cui “attaccare” i clienti offrendo loro qualche servizio. Oggi quello che conta sono i servizi e i terminali. Si vendono servizi a valore aggiunto, dalle canzoni alle partite di calcio, che sono sempre più legati a questo o quel tipo di telefonino, pensi ai terminali Ipod. Questo ha una conseguenza importante».
Vale a dire?
«Ci sono incentivi molto forti a creare delle economie di scala facendo crescere i clienti. Se devo comprare i diritti delle partite del Manchester ho interesse a spalmare i costi sul maggior numero di utilizzatori. Se devo fare un accordo con Motorola per un telefonino, ho interesse a comprarne 10 milioni e non uno. L’evoluzione è diventata anche una necessità per la progressiva erosione del traffico voce con le chiamate via internet».
E la strategia di Telefonica qual è?
«Hanno una presenza molto forte in America Latina ma avevano bisogno di crescere in Europa. In Italia hanno provato con Ipse, ma non gli è andata bene. Ora si candidano a un posto tra i colossi del settore: in Europa a contare in futuro saranno France Télécom, Deutsche Telekom, Bt, Vodafone e appunto gli spagnoli».
E Telecom Italia?
«Nel passato il debito è stato un problema per tutti i grandi operatori. Ma era un debito industriale che dopo lo scoppio della bolla Internet è stato via via ridotto. Solo Telecom Italia ha dovuto passare attraverso due passaggi di proprietà che sono stati finanziati con il cash flow dell’azienda stessa. Il peso delle due operazioni di acquisizione, soprattutto la prima, si è fatto sentire. Per esempio attraverso il taglio degli investimenti industriali. Resta da vedere se la società italiana potrà agganciare il drappello di vertice».
Sul mercato c’erano stati dei rumors circa un interesse della stessa Telefonica. Il gruppo italiano è destinato a diventare preda di qualche concorrente?
«Di sicuro mi sembra difficile possa partecipare alla festa come predatore.

Il prossimo passo potrebbe essere un alleggerimento delle attività in America Latina. La coperta finanziaria, per così dire, è corta. Nel 2006 quando ci sarà la ridiscussione degli accordi tra soci che controllano il gruppo, potrebbe fare capolino un operatore industriale pronto a una partnership».

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