Marcello Zacchè
da Milano
Altro che «Conto Arancio». I soci di Telecom Italia si preparano a incassare un rendimento del 5,7%, che arriva fino al 7% per le azioni di risparmio. Esattamente il doppio del 3,5 offerto dal celebre conto corrente della «zucca» del gruppo Ing. Certo, questo rendimento dipende dal prezzo corrente delle azioni e quindi non è «assoluto». Ma è comunque questo il risultato dellaumento del 30% del dividendo di Telecom. Il che, a conti fatti, è lelemento più sorprendente dei dati 2005, approvati ieri dal cda del gruppo, che verranno presentati oggi a Milano dal presidente Marco Tronchetti Provera e dallamministratore delegato Riccardo Ruggiero, insieme con gli aggiornamenti del piano dimpresa.
La cedola per le ordinarie sarà di 14 centesimi (il 28,1% in più dei 10,93 centesimi pagati nel 2005), e quella delle risparmio di 15,1 centesimi (contro 12,03). Una remunerazione super, non attesa dal mercato, che è il più tangibile (e finanziario) frutto della fusione Telecom-Tim, andata a regime proprio con il 2005, che ha permesso di cumulare i profitti di fisso e mobile in un risultato consolidato netto di 3,2 miliardi di euro, il 77% in più del dato proforma 2004 (soprattutto grazie alle plusvalenze da dimissioni quali Tim Hellas e Tim Perù e ai maggiori utili di spettanza della capogruppo, 545 milioni, connessi allintegrazione con Tim). Un utile in linea con le aspettative degli analisti. Così come lo sono stati i ricavi (29,9 miliardi, in crescita del 5,8%) e il debito (39,8 miliardi, 10 in meno della situazione post fusione). Ma linsieme dei grandi numeri, combinato con i nuovi «cedoloni» (il mercato si aspettava rispettivamente 12 e 13 centesimi), ha spinto i titoli ordinari in rialzo del 2% a 2,44, e le risparmio (più 3,8%) a quota 2,12, vicino ai massimi del 2006.
Da oggi si vedrà se lentusiasmo è destinato a durare o no. Di certo, tra gli altri numeri annunciati ieri, il mercato ha apprezzato anche il progetto di buy back (acquisto di azioni proprie), che verrà sottoposto allassemblea fino a un miliardo di euro. Un altro elemento (finanziario) inatteso e solitamente bene accolto dal mercato. E, al pari dei cedoloni, probabilmente finalizzato anche alla tranquillità dei piani alti: Olimpia, la holding che controlla il 18% del gruppo, alle prese con un riassetto tra i soci di minoranza rispetto a Pirelli (che ne controlla il 54%), incasserà in un sol colpo 335 milioni di dividendi, 75 in più dellanno scorso, decisivi per ripagare gli oneri finanziari. Inoltre quel miliardo di buy back rappresenta un 3% del capitale che, se ritirato dal mercato, rinforza seppur indirettamente lattuale proprietà.
Se questi sono i più evidenti benefici finanziari della fusione Telecom-Tim, resta da vedere, nel bilancio, quali possano essere a prima vista le conseguenze industriali. Dal lato reddituale, lebit (risultato operativo) è ammontato a 7,5 miliardi (meno 1,4% assoluto e più 0,6% organico), mentre lebitda (margine operativo lordo) si è attestato a 12,5 miliardi (meno 2,7% assoluto e più 2,7% organico). In altri termini i margini soffrono il difficile momento dei colossi delle tlc. Ma, fanno notare a Telecom, il gruppo ha deciso di reinvestire da subito i 400 milioni delle efficienze derivanti dallintegrazione con Tim. Che, quindi, mancano nel conto finale, ma che fanno invece parte di quei 5,1 miliardi di investimenti strutturali in sviluppo e in innovazione che rappresentano poi la vera scommessa di Ruggiero. Impegnato nel costruire intorno ai suoi clienti una fruizione multifunzionale di ogni tipo di contenuto. Attraverso tutte le combinazioni possibili di rete fissa, rete mobile, computer, cellulari, televisione.
I risultati del gruppo verranno esaminati dallassemblea dei soci il 12 e 13 aprile prossimi, mentre il dividendo andrà in pagamento il 27 dello stesso mese.
marcello.zacche@ilgiornale.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.