Telecom: «Con Murdoch nessun asse azionario»

Il gruppo: «News Corp? Ci sono contatti sui contenuti»

Massimo Restelli

da Milano

Si infrange il teorema del possibile ingresso di Rupert Murdoch nel capitale di Telecom Italia. I colloqui in corso con News Corporation riguardano la sola fornitura di «contenuti» media, ha specificato il gruppo telefonico di Marco Tronchetti Provera mettendo ancora una volta la sordina alle indiscrezioni che puntavano su un prossimo riassetto di Olimpia.
Una precisazione, sollecitata dalla Consob dopo la fiammata di interesse materializzatasi mercoledì intorno alla catena Pirelli-Telecom, che ha contribuito a cambiare gli umori degli investitori. Sull’altalena fin dalla mattinata il titolo ha ceduto l’1,3% chiudendo poco sopra la soglia dei 2 euro mentre la Bicocca ha perso l’1,4 per cento.
Borsa a parte, Telecom è quindi alla ricerca di prodotti televisivi capaci di valorizzare le potenzialità della propria rete Adsl: l’obiettivo del gruppo è raggiungere 250 città entro la fine dell’anno rispetto alle 70 attuali. Al momento non è stata firmata «alcuna intesa» ma la quadratura del cerchio con il magnate australiano potrebbe essere individuata all’inizio dell’autunno ponendo un tassello strategico di una futura Telecom Italia sempre più attenta alla distribuzione dei contenuti multimediali. Tanto che il gruppo specifica di avere in corso «discussioni di segno analogo» con altri soggetti. L’asse con Murdoch non dovrebbe quindi essere in esclusiva e in ogni caso appare slegato dall’eventuale ricomposizione di Olimpia. La cassaforte cui fa capo il 18% di Telecom che, dopo l’uscita di Banca Intesa e Unicredit prevista per ottobre-novembre, sarà partecipata unicamente da Pirelli (80%) e dai Benetton (20%).
Da qui i ragionamenti delle sale operative che puntavano su un passaggio diretto di Sky a Telecom in cambio di un pacchetto azionario che Murdoch avrebbe poi «conferito» a Olimpia con il risultato di alleggerire un prezzo di carico (4,2 euro) molto lontano dai valori di Piazza Affari: complice la debolezza del settore e un debito che sfiora i 40 miliardi, da inizio anno Telecom ha lasciato sul terreno il 15% del proprio valore.


Il gruppo ha smentito qualsiasi accordo su «possibili scambi azionari», ma l’ingresso di Murdoch appariva già in partenza di difficile attuazione sotto il profilo «politico». Visto che considerando il valore medio che il mercato attribuisce a Sky (la forchetta oscilla tra 3,5 e 7 miliardi) il tycoon australiano avrebbe raccolto fino al 15% dell’ex monopolista.

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