Telecom nel mirino Antitrust L’azienda: «Accuse infondate»

Telecom Italia finisce sotto la lente dell’Antitrust per possibile abuso della propria posizione dominante rispetto agli altri operatori telefonici concorrenti. L’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ha infatti deciso di avviare un’istruttoria nei confronti della società guidata da Franco Bernabè per verificare appunto un eventuale abuso di posizione dominante. La decisione di aprire un’indagine su Telecom è stata presa dopo una denuncia di Fastweb, secondo la quale Telecom starebbe cercando di escludere i concorrenti dalle gare per i servizi di telefonia di Consip ed Enel, rifiutando di fornire informazioni essenziali nella messa a punto delle offerte.
In particolare, l’Antitrust dovrà verificare se la società abbia rifiutato, rendendoli invece disponibili alle proprie divisioni commerciali, informazioni e servizi all’ingrosso necessari ai «competitor» per potere predisporre offerte economiche e tecniche competitive alla clientela non residenziale. La denuncia presentata all’Authority da Fastweb precisa che «Telecom, sfruttando la sua natura di operatore verticalmente integrato, avrebbe cercato di escluderla dalla competizione per le gare Consip ed Enel per l’affidamento dei servizi di telefonia fissa e connettività Ip. In particolare, Telecom si sarebbe rifiutata di fornire le informazioni tecnico-economiche ritenute necessarie da Fastweb per la predisposizione delle proprie offerte». Le gare Consip ed Enel oltre ad avere una particolare rilevanza in termini di valore complessivo (rispettivamente 1,3 miliardi e 240 milioni di euro come base d’asta), sono strategiche per gli operatori. Telecom ha precisato in serata che le accuse sono infondate. «Telecom non ha mai rifiutato a nessun operatore concorrente la fornitura di servizi o di informazioni come previsto dalle vigenti offerte di riferimento, nel pieno rispetto delle normative applicabili e sotto la vigilanza dell'Agcom, né ha mai posto in essere alcuna discriminazione a favore delle funzioni commerciali dell’azienda». Quanto alla società per la fibra ottica, Catricalà ha precisato che gli «piace l’idea di avere una società che faccia rete, con la conduzione di Telecom Italia e garanzie per gli altri operatori».

E l’architettura potrebbe essere quella di «un terzo di capitale pubblico, un terzo di Telecom (anche con conferimenti di rete) e un terzo degli altri operatori». Domani vicino a Catania si svolgerà l’atteso incontro tra il viceministro Paolo Romani e gli operatori per verificare la possibilità di realizzazione della rete Ngn ultraveloce.

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