Telecom, tagli e investimenti nel piano-svolta di Bernabè

nostro inviato a Londra

Oggi alle 8.30 del mattino, ossia le 9.30 in Italia, nella Grocers' Hall della City di Londra, Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia svelerà a circa 100 analisti e gestori finanziari la tanto attesa integrazione al piano industriale già presentato nel marzo scorso. Con Bernabè ci sarà anche Marco Patuano, direttore finanziario della società telefonica.
L’obiettivo non dichiarato è quello di far tornare un po’ di fiducia nel titolo, che ieri ha comunque guadagnato il 3,3%, operazione davvero difficile in un momento come questo, ma certamente non impossibile dato il ruolo che le tlc andranno ad occupare in un futuro sempre più prossimo. Di qui la forte spinta a servizi che integrano sempre più voce, dati e video sia sul fronte business sia su quello consumer. Mentre sul perimetro sono attese sorprese. Anche se il focus sarà sui tagli dei costi e sulla riduzione del debito. Il piano è stato approvato ieri da un lunghissimo consiglio di amministrazione che in mattinata ha messo a punto le strategie per la controllata Tim Brasil, dove non sono stati ammessi i rappresentati dei soci spagnoli di Telefonica (che in Brasile controllano l'operatore concorrente Vivo), mentre nel pomeriggio sono stati affrontati i temi inerenti al piano industriale. Così dopo nove ore di confronto, alle 18.30 di ieri pomeriggio sono stati visti uscire dalla sede di Telecom di Piazza Affari alcuni consiglieri, tra cui i banchieri Gaetano Miccichè (Intesa Sanpaolo) e Renato Pagliaro (Mediobanca) oltre al finanziere Tarak ben Ammar.
Sul fronte dei conti gli analisti si attendono per il 2009 ricavi a 29,9 miliardi euro e un margine operativo lordo a 15,58 miliardi mentre il debito dovrebbe calare a 29,9 miliardi. Prevedono inoltre un dividendo di 0,06 euro per le ordinarie contro lo 0,08 nel 2007 e 0,071 euro per quelle risparmio (0,091 nel 2007). E se dalla presentazione del piano non dovrebbero emergere ancora indicazioni, non c’e dubbio che gli azionisti si aspettano una mossa del genere. Lo dice anche Marco Fossati che con la sua Findim possiede il 5% della società e che ieri era in partenza per New York, passando però per Londra. «Un taglio del dividendo è accettabile - ha detto Fossati - in un momento come questo è una specie di aumento di capitale. Sono anche favorevole allo scorporo della rete mentre non ritengo sia possibile vendere le attività brasiliane del gruppo».

Fossati, nonostante le notevoli perdite accumulate (in un anno il titolo ha perso oltre il 50%) si è detto complessivamente «sereno» del suo investimento. «Pur in un contesto di mercato che resta difficile - ha aggiunto - Telecom è una società sana che genera un buon cash flow».

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