Telecom, il titolo continua la sua discesa

Telecom, il titolo continua la sua discesa

da Milano

Sembra senza fine il calo in Borsa di Telecom Italia. Ieri, dopo il 9% di venerdì scorso, il titolo del gigante telefonico ha perso un altro 2,6% con scambi notevoli. Sono infatti passate di mano circa 258 milioni di azioni ossia il 2% del capitale. Da inizio dell’anno la società ha perso il 30%. Unica nota positiva l’agenzia internazionale Fitch che ha confermato il rating BBB+ per società.
Se il mercato finanziario è rimasto deluso dalla mancanza di spunti a breve termine, alcuni commentatori internazionali hanno elogiato l’amministratore delegato Franco Bernabè «perché ha fatto emergere tutti i mali del gruppo, facendo pulizia nei conti della società». Per il Wall Street Journal Bernabè ha «sbattuto la porta dell’epoca di Marco Tronchetti Provera e della sua abitudine di distribuire dividendi a pieni mani, lasciando Telecom con un rapporto di debito tre volte superiore agli utili e cioè a un livello quasi doppio rispetto alle altre rivali europee». Anche per il quotidiano economico britannico Financial Times Bernabè ha fatto bene, «ed è crudele - dice Ft - lo spaventoso calo in Borsa proprio quando la struttura proprietaria di Telecom ha cominciato a mostrarsi vagamente sensata». Ora, per raddrizzare la situazione, dato che - scrive sempre Ft - ci sono poche possibilità, la società potrebbe tagliare posti di lavoro ma anche aprire la strada ad un’acquisizione completa da parte di Telefonica. «Operazione, questa, che pur non essendo inevitabile resta il destino più probabile per Telecom Italia».
Del resto anche secondo il Wsj «il principale azionista di Telecom ossia Telefonica non è eccessivamente preoccupato del fatto che il titolo abbia perso oltre un terzo del suo valore perché ora potrebbe rilevare il controllo della società spendendo molto meno di quanto abbia pagato per il primo 10%».
Ma secondo il direttore investimenti di banca Mb, Giulio Baresani Varini, non ci sarebbero le condizioni politiche necessarie per una vendita della società. «Non c’è dubbio comunque che a questi livelli di prezzo - spiega Baresani - o Telefonica o qualcun altro potrebbe pensare di scalarla. A mio avviso comunque il motivo del brusco calo in Borsa è stata anche la mancanza di chiarezza sulle prossime strategie. Quello presentato infatti non era un vero piano industriale, ma erano solo alcune linee guida. E in un momento di mercato tanto difficile come questo, che ha penalizzato anche titoli come Mediobanca, che sempre venerdì ha presentato un piano triennale molto particolareggiato e aggressivo, Telecom è stata pesantemente penalizzata. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho visto tanti downgrade del titolo sul target price: qualche analista è arrivato persino ad attribuire una soglia inferiore a 1,3 euro». Per Baresani insomma il management ha avuto poco tempo per lavorare a un vero piano industriale e infatti Bernabè ha promesso di integrare quanto già detto entro la fine dell’anno quando ne verrà presentato uno nuovo. E forse per quella data le idee sul futuro della società saranno più chiare. Per il momento si registra solo un cambio di manager ai vertici di alcuni settori compresa Ti Media.
Ora, per il quotidiano francese Les Echo, sono in arrivo le offerte preliminari per Alice France, le attività a banda larga in vendita in Francia, che perdono circa 190 milioni di euro. Le società interessate sono: Neuf Cegetel, Free, Numericable e Bouygues Telecom.


Intanto per l’amministratore delegato di Banca Intesa, che è uno dei soci di Telco la holding che controlla la società, Corrado Passera «Telecom ha iniziato un lavoro che proseguirà e darà grandi soddisfazioni». Ottimista anche Dieter Rampl, presidente di Unicredit, e vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca che è azionista di Telco insieme a Generali, Intesa San Paolo e Telefonica.

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