Telecom, vicina l’uscita da Sparkle Accordo con Aria per il Wimax

È partita ufficialmente con l’invio delle lettere di sollecitazione la procedura di vendita del 49% di Telecom Italia Sparkle, provider del gruppo Telecom Italia nei servizi internazionali voce, Ip e dati per gli operatori di telefonia fissa e mobile nel mondo. L’invito, ha spiegato Radiocor, è stato recapitato dagli advisor Mediobanca e Intesa Sanpaolo a una dozzina di soggetti, dieci fondi di private equity e due operatori industriali. A esaminare l’operazione in primo luogo i fondi infrastrutturali come F2i e Valiance Capital, ma anche private equity «generalisti» come Cvc, Apax e Clessidra. Telecom Italia Sparkle conta una imponente infrastruttura di rete unità all’attività di servizi wholesale e retail per clienti multinazionali. Ed è proprio la rete ad aver innescato l’interesse dei fondi specializzati nelle infrastrutture. Il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Stefano Mazzitelli, si compone di una decina di gruppi controllati. Secondo quanto riportato nella relazione di bilancio 2008, la società ha riportato utili per circa 160 milioni pagando dividendi alla controllante, guidata da Franco Bernabè, per 114 milioni. Il valore di carico del 100% di Sparkle per Telecom è indicato a 785 milioni. Nell’autunno scorso il fondo F2i, guidato da Vito Gamberale, aveva già inviato una manifestazione di interesse sulla base di una enterprise value di 1,35 miliardi di euro. Quella di Sparkle è una delle dismissioni societarie decise dall’ad Bernabè per cercare di ridimensionare il pesante debito di Telecom pari a 34 miliardi.
Intanto ieri Telecom ha firmato un accordo con Aria, unico operatore ad essersi aggiudicato la licenza per la tecnologia WiMax per l’intero territorio nazionale, per vendere il servizio in tutto il paese e raggiungere una maggiore efficienza con l’obiettivo di superare il Digital Divide ed estendere l’accesso ad Internet veloce anche in quelle zone del territorio non ancora raggiunte dal servizio Adsl.

Oscar Cicchetti, che guida le operazioni sul mercato italiano ritiene che «l’accordo rappresenta un importante esempio di come la collaborazione tra gli operatori di tlc possa concorrere ad un’ulteriore estensione della banda larga».

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