Telefoni come slot: romeni arrestati

Un radiocronista rumeno che si sgolava su tre telefonini contemporaneamente per raccontare in diretta le occasioni della Steaua Bucarest a Marassi contro la Samp, nell’intervallo confessava di essere un giornalista da week end. Nella vita faceva il ceramista. E guadagnava anche bene, duecento euro al mese. Che poi arrotondava la domenica con le radiocronache. L’eurotrasferta di Genova era un’occasione irripetibile: viaggio e partita gratis, più tre collaborazioni in una. Chapeau alla passione.
Ma la sua esperienza dà anche la misura per capire quanto costi la vita nel Paese appena entrato nella nuova Unione Europea allargata. Con duecento euro si vive bene. In Italia, sì e no, ci si fa qualche telefonata. E comunque quelli che qui si chiamano «spiccioli» sono un bell’integrativo di stipendio per i romeni. Tanto che alcuni tifosi della Steaua in trasferta, hanno pensato di non fare troppo danno ai genovesi se trovavano il modo di prendersi i loro resti. Come, ad esempio, quelli dati dai distributori automatici.
L’idea è stata messa in atto proprio nel pomeriggio precedente la sfida europea di Marassi. Alla stazione Principe. Dove di «macchinette» ce ne sono anche parecchie. E dove ci sono anche i telefoni pubblici che funzionano a monete e a banconote. Danno soprattutto il resto a fine telefonata. Magari venti centesimi. O due euro, due euro e rotti. Una telefonata dopo l’altra, soprattutto in luoghi affollati come una stazione, si fa presto ad arrivare a cifre che in Romania valgono uno stipendio. E alcuni tifosi in trasferta ci hanno provato. Bloccando una dopo l’altra tutte le feritoie delle gettoniere dei telefoni pubblici che restituiscono le monete. Molti viaggiatori, magari di fretta per paura di perdere il treno, hanno desistito dopo un paio di pugni contro la macchinetta, e hanno lasciato i resti, senza fare troppo caso agli «spiccioli» che ci avrebbero perso. Dopo un po’ di tempo, gli arguti rumeni sono tornati a riscuotere, togliendo il blocco dalle gettoniere. E hanno iniziato a contare l’incasso. Ma le «slot machine» telefoniche non hanno reso molto bene.

Perché a notare la scena c’erano anche gli agenti della polizia ferroviaria che hanno visto tutto il traffico messo in atto da due rumeni. E li hanno arrestati. I tecnici Telecom hanno poi aggiustato i telefoni e quantificato il danno. Lo «stipendio» per i tifosi ci sarebbe uscito tutto.

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