Telefonini, ricariche nel mirino delle Authority

Maddalena Camera

nostro inviato a Portofino

(Genova)

L’Authority per le tlc è pronta ad aprire un’indagine congiunta con l’Antitrust sul costo delle carte ricaricabili. Lo ha annunciato il presidente Corrado Calabrò al convegno promosso da Ericsson sui nuovi media in rete. L’indagine, che prenderà il via mercoledi in occasione della riunione del consiglio dell’Authority, rappresenta una nuova «tegola» per gli operatori del mobile dato che sia Tim sia Vodafone e in parte anche Wind fanno pagare da 1 a 5 euro la ricarica sui cellulari (a seconda del taglio richiesto), mentre l’operatore Umts «3» non aggiunge direttamente questo costo.
Il risultato dell’indagine potrebbe essere dunque un ulteriore calo delle tariffe di telefonia mobile. Riduzione che si va ad aggiungere a quella dei costi di terminazione delle chiamate da telefono fisso a mobile, deciso un anno fa dall’Authority, che Calabrò ha stimato in un risparmio di circa 2 miliardi per gli utenti nel periodo 2006-2008.
Ma cosa pensano gli operatori di questa ulteriore indagine? «Lieti di collaborare - ha spiegato Paolo Bertoluzzo, direttore generale di Vodafone - anche se è inutile focalizzarsi sul costo della ricarica, ma bisogna considerare qual è la percezione di spesa dell’utente e le tariffe praticate, che in Italia sono tra le più basse d’Europa». «Daremo le informazioni necessarie, ci sentiamo nelle regole e quindi non ci sono problemi», ha aggiunto il responsabile sviluppo rete di Telecom, Stefano Pileri. Tempi sempre più duri dunque per i gestori di telefonia mobile che per rivitalizzare utili e margini puntano sempre più su nuovi servizi e su tariffe che, sovvenzionando il costo del telefono di ultimo modello, obbligano però a pagare ogni mese cifre prestabilite.
Non c’è dubbio, però, che saranno i servizi multimediali a compensare il taglio alle tariffe voce. Lo spiega anche una ricerca della società britannica Analysys e presentata dall’amministratore delegato di Ericsson Italia, Cesare Avenia. In pratica, il nuovo mercato dei contenuti multimediali (Networked Media) avrà uno sviluppo esplosivo nei prossimi 5 anni con un tasso medio di crescita del 35% annuo per un controvalore di 100 miliardi nel 2011 a livello mondiale. Ma quali sono questi servizi? In parte già si conoscono: mms, ossia messaggi multimediali e poi musica, scaricata sui cellulari, suonerie e giochi che, sempre nel 2011 dovrebbero valere 50 miliardi di euro. Grande sviluppo è atteso anche per la tv sul telefonino (la cui partenza è attesa proprio la settimana prossima con i mondiali di calcio), un mercato da 17 miliardi tra 5 anni.
E sempre sul tavolo dell’Authority ci sono anche altre scadenze. La settimana scorsa è cominciata l’indagine sul mercato della convergenza nelle offerte fisso e mobile che dovrebbe portare a un’accelerazione sulla possibilità di concedere licenze per il cosiddetto operatore virtuale, il gestore mobile che prende in affitto la rete di altri operatori. «Albacom presenterà una richiesta ufficiale in questo senso e noi la esamineremo molto attentamente», ha spiegato Calabrò.

E sempre mercoledi l’Autorità comunicherà la cifra del valore del Sic, il sistema integrato delle comunicazioni, il paniere sul quale sono calcolati i tetti Antitrust per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria che dovrebbe essere attorno ai 22-24 miliardi.

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