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Il «telemarketing» e quel registro che non funziona

Il 31 gennaio ha compiuto un anno il «registro pubblico delle opposizioni» nel quale il cittadino, la persona giuridica, l’ente o l’associazione, il cui numero telefonico è presente negli elenchi pubblici, può iscriversi per non ricevere più telefonate commerciali o di ricerche di mercato. Ma l’inizio è più che deludente in quanto l’iscrizione non ferma le telefonate di «telemarketing» che continuano ad arrivare anche a coloro che risultano iscritti. Forse è proprio per questo insuccesso che sono relativamente pochi gli aderenti: secondo, infatti, gli ultimi dati ufficiali «nella terza settimana di gennaio 2012, il registro pubblico delle opposizioni ha raggiunto le 890.000 iscrizioni da parte degli abbonati», ovvero - secondo un calcolo di Domusconsumatori - circa il 6% degli aventi diritto. Domusconsumatori, in una nota, ha esortato tutti coloro che - nonostante l’iscrizione al registro anzidetto - continuino a ricevere (nelle ore serali e dei pasti, per di più) le fastidiose telefonate promozionali, a segnalare la questione al Garante per la protezione dei dati personali, avvalendosi dell’apposito modulo scaricabile all’indirizzo www.registrodelleopposizioni.it.

Sarebbe opportuno probabilmente rivedere la normativa sulla base del civile principio che il numero di telefono presente negli elenchi pubblici non può essere utilizzato per finalità di «telemarketing», salvo l’esplicito consenso del titolare dell'utenza (rovesciando, cioè, la regola attuale).
*Presidente di Confedilizia

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