Fabrizio Aspri
Senza Totti e Cassano, la Roma tenta lassalto alla continuità. Il barese, dopo essersi allenato per due giorni ed aver tentato di strappare un «pass» per il match con lAscoli, è stato trattenuto ai box perché non ancora recuperato. Il semaforo rosso, per Totò, si è acceso alle 17.10, quando il tecnico gli ha comunicato che il suo nome non era nella lista dei convocati. Il giocatore lha presa con serenità. Non ha aperto bocca. Si è limitato a chiedere il permesso di continuare la seduta di lavoro ed ha sgambettato tra i ciuffi derba di una Trigoria che da troppo tempo non sente più sua.
Come da copione, quindi. Anche se, voci di corridoio, lascerebbero intendere che la Roma, dora in poi, privilegerà sempre e comunque i giocatori che accetteranno il progetto societario. Lennesima puntata di una lunga telenovela, prossima alla conclusione. Campione e club, ormai da tempo, non sono più sintonizzati sugli stessi pensieri, sulle medesime frequenze. Il divorzio è nellaria e a gennaio (sulla scia dei corteggiamenti di Inter e Milan) o a giugno (planando alla corte di Capello), congetture e sogni da calciomercato si tramuteranno in realtà. AllOlimpico, dunque, dove questanno i giallorossi hanno brindato solo con Parma e Aris, lAscoli devoto al pareggio (ne ha già inanellati cinque) e adagiato a quota 11 punti, godrà di due benefit in un colpo solo: lassenza di Totti e lennesima esclusione del talento di Bari Vecchia.
I numeri, nonostante la verve della combriccola marchigiana, strizzano locchio alla padrona di casa. Nei 18 precedenti in riva al Tevere, 12 trionfi giallorossi e 6 pareggi. Tra laltro lAscoli in campionato non brinda in trasferta dal 15 marzo 92, duello in terra fiorentina, risultato finale 2-1 per gli ospiti. Insomma, statistiche alla mano, la Roma non dovrebbe lasciarsi sfuggire loccasione per dare un calcio alla sfortuna, proseguire il cammino intrapreso a San Siro e dare uno scrollone ad un torneo che ha offerto più dubbi che certezze. «Occorre dare la giusta attenzione a club come lAscoli spiega Spalletti - perché nel calcio ci vogliono attenzione ed umiltà. Se crediamo di essere belli e vincenti, sbagliamo approccio. Dovremo dimostrarci intelligenti e furbi». Unequazione da tenere bene a mente. Per non scivolare, una volta in più, nelle paludi dellanonimato.
Il tecnico di Certaldo, «benedetto» dalla piazza capitolina dopo il successo rifilato allInter, indica la via da seguire. «Questa partita nasconde molte insidie e se non gestiremo bene gli equilibri, rischieremo di perdere di vista la realtà. Se sapremo attendere il momento giusto, potremo vincere». Tutto chiaro. Ma come affrontare il post-Milano senza lo squalificato Totti? Spalletti sorride, ma nasconde una crescente preoccupazione. «Speriamo di mettere in pratica le capacità dimostrate. La gara con lInter potrà essere definita della svolta se riusciremo a dare continuità ai risultati.
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