Cronaca locale

La televisione lombarda ricomincia da Pavia

È partita ieri colmando un vuoto di undici anni la nuova emittente locale della provincia di Pavia, 560mila abitanti distribuiti, ma sarebbe meglio dire dispersi, in 190 comuni. Già sintonizzata sul digitale terrestre (che diventerà operativo il 18 maggio per Raidue e Rete4 e per tutte le reti dal 15 settembre), TelePavia è la nuova televisione locale che assolve a un bisogno di informazione e intrattenimento in un territorio carente di mezzi di comunicazione. La provincia di Pavia, infatti, da oltre un decennio non ha né un’emittente tv né radiofonica se si eccettuano due piccole antenne che non coprono l’intera area. E La Provincia Pavese è l’unico quotidiano locale.
Il programma d’esordio è stato «un telegiornale con rassegna stampa incorporata e lettura del giornale locale e dei quotidiani che hanno un inserto lombardo», lo descrive Claudio Micalizio, direttore responsabile della testata giornalistica, già voce dei notiziari di RadioMontecarlo dalla quale si è dimesso nelle settimane scorse. In onda ogni ora con continui aggiornamenti e tre edizioni più lunghe alle 19, alle 20 e alle 24, i tg saranno uno dei punti di forza del palinsesto di TelePavia in onda dalle sette del mattino all’una di notte che punta su una programmazione a spiccata caratterizzazione locale, con approfondimenti, documentari, talk show di politica, rubriche di servizio, eventi e tradizioni della zona, molto sport.
«Il nostro è un progetto romantico nato già due anni fa - riassume Micalizio, pavese di origine e residenza - quando ci siamo accorti che il passaggio alla tecnologia digitale ci avrebbe dato la possibilità di inaugurare questa avventura. Insieme con Marco Pugno, già produttore del Motomondiale di Italia 1 con lunga esperienza a Mediaset e anche lui pavese doc, ci siamo presentati da Gianni Arrigone, imprenditore e editore locale, il quale ha creduto nell’idea. E ci ha creduto ancora di più dopo le necessarie analisi e verifiche». L’intenzione dei dirigenti di TelePavia è distinguersi anche nel panorama dell’emittenza locale: «Non volevamo mettere in piedi l’ennesima tv privata infarcita di televendite e cartoni al settimo passaggio. Così abbiamo coinvolto una serie di professionisti locali fortemente motivati e radicati nel territorio». Gli orari centrali del mattino e del pomeriggio (dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19) saranno occupati da Linea continua, un salotto-contenitore di informazioni di servizio, approfondimenti, rubriche e consigli per i consumatori. Durante il weekend la redazione si sposta all’esterno e, grazie a una regia mobile, segue in diretta gli eventi culturali e sociali nei teatri e nelle piazze principali della provincia. Il tutto senza scadere in una dimensione da tv del campanile, ma «mantenendo invece una prospettiva nazionale e persino europea perché - sottolinea Micalizio - siamo cittadini del Terzo millennio con interessi e ambizioni internazionali». Ieri, per esempio, il protagonista del talk show del mattino è stato il presidente della provincia Vittorio Poma, con il quale si è discusso anche dell’Expo del 2015 «che, pur avendo sede a Milano, non potrà non diffondere i suoi effetti su tutto il territorio lombardo».
Altro cavallo di battaglia della nuova emittente sarà lo sport, soprattutto calcio, basket e pallavolo, con le esclusive delle gare delle squadre principali, dal Pavia calcio alla Riso Scotti di volley femminile che milita in serie A. E poi le rubriche, i commenti, le interviste ai protagonisti.
Infine la politica, concentrata in un talk show del venerdì sera intitolato Targato Pv, fiore all’occhiello di tutto il palinsesto dell’emittente «perché - spiega ancora Micalizio - per la prima volta abbiamo l’ambizione di aprire microfoni e riflettori agli esponenti di tutti gli schieramenti con l’obiettivo di raccontare l’attualità politica per farla finalmente comprendere ai telespettatori. Senza filtri, ma anche senza risse».
Auguri, dunque a TelePavia, nuova voce dell’emittenza regionale. «Modelli non ne abbiamo - chiude Micalizio -.

Non per la presunzione di essere più bravi, ma più genuini sì perché ci rivolgiamo a un pubblico “vergine”».

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