«La televisione? Preferisco trent’anni di Radio Deejay»

Il nuovo canale tv? Vogliamo che cresca

«La televisione? Preferisco trent’anni di Radio Deejay»

Linus e Radio Deejaay, dopo trent’anni c’è’ voglia di far festa. Che succederà martedì sera al Forum?
«Sarà una carrellata delle cinquanta voci che in tutti questi anni sono passate in radio. Da Cecchetto a Jovanotti, da Gerry Scotti a Fiorello a Max Pezzali. Qualcuno farà qualcosa e poi ci sarà una coda musicale»
Una rimpatriata o l’occasione per riportare qualche grande ex a Radio Deejay?
«Solo una rimpatriata. Ormai ognuno ha una sua storia e una sua strada. E anche una sua età. La radio hanno bisogno di energie giovani. Questa è solo una bella occasione per dare qualche emozione ma finisce lì...»
Trent’anni fa le prime radio, i primi disc-jockey, le dediche in diretta. Cos’è cambiato?
«Tanto, anche se le dediche in molte radio purtroppo sono drammaticamente tornate. Un orrore. É giusto interagire con i radiosacoltatori, giusto coinvolgerli sui temi di attualità per costruire gli argomenti di alcune parti del programma. Da noi a “Deejay chiama Italia“ succede ogni mattina. Ma ci si ferma lì».
Lei però ha un rapporto molto personale con i suoi ascoltatori. Dai racconti di “Casa Linetti“ al suo blog spesso parla dei fatti suoi...
«Sì è vero, mi metto in piazza. Ma è un raccontare gli affari miei strumentale al programma, alla radio. In realtà sono molto geloso della mia vità privata e delle mie amicizie. Ci sono cose molto importanti che mi sono capitate in questi ultimi anni di cui nessuno è venuto a conoscenza».
Radio Deejay sotto la sua direzione ha cambiato il modo di intendere la radio. Non solo diretta ma un rapporto molto stretto con il pubblico che partecipa, diventa deejay per un giorno, corre la Deejay Ten, vi segue in tv. La radio del futuro sarà più televisiva...
«Non credo. Deejay chiama Italia in tv è una cosa molto particolare che resterà tale. Nessuna ambizione di diventare qualcos’altro. Per quanto riguarda DeeJay tv il discorso è diverso. Stiamo lavorando per farla crescere. Non vogliamo fare una televisione di serie B»
Dicono che lei abbia tutte le carte in regola per fare l’anchor-man in tv. Che aspetta?
«La generazione dei disc-jockey che ha cominciato con me oggi è tutta in tv. Da Amadeus, a Gerry Scotti da Fabio Fazio a Paolo Bonolis che quando io facevo le prime trasmissioni a Deejatelevision presentava “Bim Bum Bam“. Io sinceramente non ci ho mai pensato. Non mi ci sono mai dedicato anche perchè il ruolo di direttore artistico mi assorbe parecchio e poi perchè la televisione attuale non mi fa impazzire. E adesso qualcuno dirà che sono uno snob..».
Quindi che ha detto alla sua “metà“ Nicola Savino che è salito sulla plancia di comando dell’Isola dei famosi...
«Siamo molto diversi. Lui sulla tv negli ultimi anni ha investito molto ed è giusto che abbia detto di sì a sostituire Simona Ventura all’Isola dei famosi. Quel tipo di tv non è nelle mie corde ma Nicola ha la classe e la spegiudicatezza necessaria per cavarsela in una sfida che obbiettivamente presenta dei rischi. No, non gli ho detto assolutamente nulla: per lui è una bella prova del nove ed è giusto che abbia accettato»
Il direttore artistico di una radio è come l’allenatore di una squadra di calcio, facciamo la Juve... Se dovesse fare campagna acquisti chi le piacerebbe portare in via Massena?
«Diciamo subito che la campagna acquisti non la stiamo facendo. Radio Deejay ha una squadra così affollata di bei nomi che se dovessi “acquistare“ qualche altro campione sarei costretto prima a far fuori uno dei miei. E non se ne parla.
Ultima domanda.

Tra la conduzione del festival di Sanremo e l’arrivo a braccia alzate all’Ironman della Hawaii cosa sceglie?
«Se devo dire cosa mi piacerebbe di più non ho nessun dubbio: tutta la vita l’Ironman della Hawaii. Però finire un Ironman per me è impossibile. Quindi per il calcolo delle probabibilità è più facile che presenti Sanremo. Non me l’hanno mai chiesto, ma se succede...».

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