Era atteso il ritorno di Temirkanov, specie dopo che a Capodanno aveva dato forfeit al concerto dalla Fenice di Venezia. Il maestro resterà a Roma per due settimane. Per la prima il programma è davvero curioso: tre diversi modi di narrare con la musica la storia di Giulietta e Romeo (in verità i titoli delle tre opere antepongono Romeo a Giulietta); ad opera di musicisti romantici (Berlioz e Ciaikovskij) e moderni (Prokofiev), in stretto ordine cronologico di composizione. Per cominciare Berlioz, da Romeo e Giulietta. Sinfonia drammatica op. 17, la Scena damore, brano celeberrimo, di lirica ed emozionante grandezza, che occupa la terza delle sette parti della singolare composizione sinfonica «con coro», la cui origine vide intrecciate la vita di Berlioz a quella di Paganini che gli fece dono di un bel gruzzolo di franchi per tirarlo fuori da guai finanziari, accompagnando il dono con un indimenticabile attestato di grandezza «Mio caro amico, Beethoven morto, non cera che Berlioz che poteva farlo rivivere». Shakespeare e Beethoven furono per lui maestri di una vita e modelli perenni. A seguire, Romeo e Giulietta. Ouverture Fantasia di Ciaikovskij, scritta su suggerimento di Balakirev, la cui sezione centrale è animata dalla lotta dellamore tragico fra i due giovani, mentre quella finale, assai breve, assume il tono di una marcia funebre.
Per finire, Romeo e Giulietta suite dal balletto di Prokofiev, nella sequenza espressamente confezionata da Temirkanov, che ha messo uno dopo laltro nove brani traendoli dalle prime due suite, delle tre che Prokofiev ci ha lasciato delle sue musiche per il balletto. Sala Santa Cecilia. Oggi alle 18; lunedì (ore 21); martedì (ore 19.30). Informazioni: 06.8082058.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.