Una «tenda» in mezzo alla città

Il Museo Diocesano si apre, dischiude i segreti spazi del suo chiostro per uscire allo scoperto. Finalmente il quarto lato «fantasma» del chiostro dell’ex convento - dopo i bombardamenti del 1943 non venne mai ricostruito - acquisterà forma e sostanza. Autore del nuovo Diocesano Josep Llinas Carmona, che ha vinto il bando di concorso internazionale per la progettazione dell’ampliamento del museo, sbaragliando gli altri 97 concorrenti. Il museo, attualmente disposto sui due piani delle tre ali del chiostro, in corso di porta Ticinese 95, a due passi dal parco delle Basiliche, occupa una superficie di 3.600 mq, cui si andranno ad aggiungere altri 3.800 mq, cioè lo spazio antistante il museo attualmente adibito a parcheggio e altri 700 mq interrati, escamotage dell’architetto Carmona.
La difficoltà del progetto stava proprio nel rapporto con l’esistente: non erano state date indicazioni specifiche rispetto alla ricostruzione del quarto lato del chiostro. «Solo gli esiti qualitativi raggiunti dal progetto prescelto - recitava il bando - forniranno quella legittimazione necessaria a dirimere la questione del completamento o meno del chiostro». Cardine del progetto dell’architetto catalano è la tenda: simbolo per la tradizione cristiana e, al tempo stesso, astuto escamotage per evitare il confronto filologico con l’antico. La copertura di moduli triangolari, infatti, si affaccerà direttamente sul corso, colmando uno spazio vuoto. Un invito implicito a entrare nel museo o nel parco, rendendo concreto il messaggio di accoglienza insito nella tenda cristiana.
Si viene così a creare una grande piazza coperta davanti all’ingresso del museo, che permetterà di accedere alla parte sotterranea tramite una nuova scalinata, collocata proprio là dove avrebbe dovuto sorgere il quarto lato: si scende nella parte interrata secondo «trucchetto» architettonico che condurrà alla nuova sezione del museo.
Il Diocesano si apre così, in modo scenografico, all’arte contemporanea, «completamento cronologico alla meravigliosa collezione, adeguando al tempo stesso il museo - spiega il suo direttore Paolo Biscottini - a istanze innovative, che derivano dal senso di quella cultura dell’oggi che sta trasformando la città, i giovani, il modo stesso di vivere». Ciò innesca un processo di cambiamento, che deve necessariamente interessare il museo, richiamandone la concezione dinamica». Per questo nei sotterranei, che saranno illuminati dalla luce naturale, grazie agli «squarci» delle grandi vetrate, troveranno posto anche spazi per mostre temporanee e l’auditorium.

«L’estensione di tali spazi - si legge nella motivazione della giuria - consente la realizzazione di grandi eventi espositivi e congressuali risolvendo la domanda del muse contemporaneo, di essere luogo caratterizzato da un’intensa e diversificata produzione culturale».
Il plastico di Carmona, si può ammirare al museo, insieme agli altri nove progetti selezionati fino al 22 marzo (martedì - domenica, dalle 10 alle 18).

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