La tendenza Ma dopo Joe Bonamassa i virtuosi sono in via di estinzione

AAA chitarristi rock cercasi. È l’annuncio virtuale (ma non troppo) dei fan duri e puri. Dove sono finiti quei chitarristi - i cosiddetti guitar hero - che brutalizzavano gli strumenti con feroci assolo di irragiungibile bravura? È vero, in scena ce ne sono ancora tanti - dal mitico Clapton alla barba chilometrica di Billy Gibbons dei ZZ Top - ma negli ultimi anni se ne vedono sempre meno. Ci sono grandi e innovative band come i Muse, ma lì il virtuosismo conta poco; e tornando un po’ indietro i fratelli Gallagher (ormai ex Oasis) non saranno mica dei maghi della sei corde. In prima fila tra quelli che sposano sublime tecnica e feeling, tradizione e innovazione c’è Joe Bonamassa, 32enne allevato da BB King che pubblica album ad alto tasso di rock blues come il nuovo Black Rock. I mostri come Joe Satriani, Yngwie Malmsteen, Steve Vai, per altri versi Robert Fripp e tanti altri son sempre in pista ma non sono più di primo pelo, anzi. Ha 43 anni ed è un mito di culto Nuno Bettencourt, ex leader degli Extreme le cui dita sono assicurate dai Lloyds di Londra per 5 milioni di dollari; stessa età di John Petrucci dei Dream Theater, uno dei chitarristi più tecnici e «rock» sulla scena. Kirk Hammett (nei Metallica al posto di Dave Mustaine), eletto miglior chitarrista metal del 1985, oggi ha tanta energia ma 48 anni e altri mille sono nella stessa situazione. Fece gridare al miracolo nel 1998 il 17enne Jonny Lang, un piccolo gigante dal suono virtuoso che ha convinto gli Aerosmith, Satriani e Vai che lo hanno portato con sè in tournée. Poi s’è dedicato coraggiosamente al blues; ha perso in popolarità ma stilisticamente è una punta di diamante del blues moderno. Non si vedono all’orizzonte eredi di Buddy Guy, Jimmy Page e Jeff Beck. Per gli altri strumenti la situazione non è migliore. I migliori giovani batteristi sono figli d’arte: i giocolieri dei tamburi Jason Bonham e Zakk Starkey, eredi del picchiatore dei Led Zeppelin John Bonham e di Ringo Starr.

Nelle tastiere buio (quasi) completo dai tempi di Jon Lord, Keith Emerson e c.perché la tendenza di oggi è il suono collettivo, un rock energico sì ma meno basato sui virtuosismi dei solisti. Ma per tendenza o perché mancano i bravi musicisti?

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