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Tenere in cella chi è in attesa della condanna costa 500 milioni

Troppi processi lenti, prima della sentenza un terzo dei reclusi è costretto a restare dietro le sbarre in media 180 giorni: sui penitenziari siamo maglia nera d'Europa

Tenere in cella chi è in attesa della condanna costa 500 milioni

Un terzo dei detenuti nelle carceri italiane è lì in attesa di giudizio. Ma questo si sa. O, almeno, si dovrebbe sapere. Per numero di persone in attesa di giudizio l'Italia è al vertice della classifica europea. E anche questo si sa. O, almeno, si dovrebbe sapere. Tenere in carcere migliaia di persone molte delle quali potrebbe risultare innocenti, costa al Paese 500 milioni l'anno. E questo non si sa. Ma si dovrebbe sapere.

A dare, finalmente, i dati è la direzione generale che si occupa di diritti umani che fa capo al Consiglio d'Europa. E i dati, elaborati dal sito di datajournalism Truenumbers.it, per l'Italia, sono deprimenti. Anzi, sconvolgenti. Prendiamola alla larga: secondo l'Eurostat, nel 2014, il 20% dell'intera popolazione carceraria europea era in attesa di giudizio. Complessivamente gli Stati europei spendono 1,6 miliardi di euro per mantenere in carcere persone che attendo il giudizio definitivo. Una cifra che, secondo il Consiglio europeo, potrebbe essere ridotta addirittura ad appena 162 milioni se solo i sistemi giudiziari fossero più efficienti e se si armonizzassero a livello europeo le leggi che regolano la detenzione preventiva.

E adesso veniamo a noi. Secondo i dati dell'Annual Penal Statistics (2015) del Consiglio d'Europa, l'Italia è il Paese europeo con più persone in carcere in attesa di giudizio: battiamo Paesi molto più popolosi di noi, come la Germania. Ne teniamo dietro le sbarre 17.169, poco più della Francia e circa 3.500 in più rispetto ai tedeschi. Quello che colpisce è che la Germania ha 20 milioni di abitanti in più dell'Italia e questo significa che il numero dei detenuti in attesa di giudizio nelle carceri tricolori è assolutamente sproporzionato rispetto al numero degli abitanti. Lo stesso ragionamento vale per il confronto Italia-Francia dato che i francesi sono circa 67 milioni e noi 60,6. Insomma: c'è qualcosa che evidentemente non funziona. E, anzi, peggiora.

Secondo i dati aggiornati al 31 marzo di quest'anno, infatti, (dati del Ministero della Giustizia) le persone detenute erano 56.289 rispetto ad una capienza massima di 50.211 posti. Le persone in carcere in attesa di giudizio sono aumentate a quota 19.390 considerando sia quelle in attesa del primo giudizio sia quelle condannate in via non definitiva. Ovviamente tra questi ultimi ci sono anche colpevoli che hanno fatto ricorso contando che sulla Ruota della fortuna che è la giustizia italiana esca il codicillo giusto che li faccia uscire dal carcere, ma è lo stesso Consiglio d'Europa a chiedere che lo strumento della carcerazione preventiva venga usato solo in casi eccezionali, quando non è oggettivamente possibile utilizzare altri strumenti per rendere inoffensive le persone pericolose. L'intoppo che rende le carceri sovraffollate è sempre l'eterno problema della lentezza della giustizia. Basta guardare quanti giorni un presunto innocente passa in carcere prima di essere giudicato. Alcuni Paesi europei gli fanno trascorrere in galera un anno. Ma è una media: significa che molti trascorrono dietro le sbarre anche più tempo. Si tratta di Paesi come Lettonia, Portogallo, Grecia, Ungheria. La media di detenzione di una persona in attesa di giudizio in Italia è di 180 giorni. La Francia, che, come detto, ha quasi lo stesso numero di presunti innocenti in carcere, li tiene dietro le sbarre solo 116 giorni e la Germania 120. Con una giustizia efficiente probabilmente si potrebbe arrivare magari non ai 30 giorni svedesi, ma almeno ai 60 britannici.

Anche perché l'inefficienza, qualsiasi inefficienza, costa. E quella della giustizia costa tantissimo: tenere in carcere 17.169 persone per, mediamente, 180 giorni pesa sul bilancio dello Stato quasi 500 milioni l'anno, 489,3 per la precisione. Una cifra incredibile se si considera che la Francia, con poche meno persone in carcere di noi, spende molto meno della metà: 216,1 milioni l'anno. Significa che ogni giorno spendiamo 158,3 euro per mantenere dietro le sbarre una persona presunta innocente rispetto ai 109,4 euro che spende Parigi con la differenza che noi siamo sopra la media europea (111,5) e loro sono sotto. Il Paese che, al giorno, spende di più per i propri detenuti è la Svezia: ben 429,7 euro pro capite. L'Olanda è seconda con 278,6 euro.

Quei quasi 500 milioni sono oggettivamente uno spreco che potrebbe essere eliminato con nuove norme sulla carcerazione preventiva e l'utilizzo di strumenti alternativi al carcere. Con lo snellimento del sistema, in altre parole, la spesa totale per il sistema carcerario italiano potrebbe scendere dagli attuali 2,7 miliardi di euro l'anno.

Basterebbe più efficienza.

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